mercoledì 26 gennaio 2011

Aparato circulatorio




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mercoledì 5 gennaio 2011

SISTEMA NERVOSO

QUINTA PARTE

IL SISTEMA NERVOSO
Ogni espressione della nostra personalità, ossia pensieri, speranze, sogni, desideri, emozioni, sono funzioni del sistema nervoso. Il sistema nervoso è, per così dire, l'hardware attraverso il quale sperimentiamo noi stessi, in quanto individui inconfondibili, e per mezzo del quale interagiamo con l'ambiente che ci circonda. Come un computer, il nostro sistema nervoso analizza dati che provengono da diversi luoghi e distribuisce informazioni a molte sedi remote.
Anche il computer più sofisticato non può vantare l'incredibile complessità di circuiti, di correlazioni, di centri di elaborazione e di vie di informazione posseduta dal sistema nervoso umano.
Il sistema nervoso è la sede dell'assunzione, elaborazione e trasmissione delle informazioni relative a tutto il corpo umano, in altre parole è il sistema di regolazione delle funzioni corporee. Il sistema nervoso comprende tutto il tessuto nervoso del nostro organismo. Il tessuto nervoso trasporta informazioni ed istruzioni da una regione del corpo ad un'altra.
Le funzioni del sistema nervoso comprendono: fornire sensazioni sull'ambiente interno ed esterno integrare le informazioni sensoriali coordinare le attività volontarie e involontarie regolare e controllare le strutture e gli apparati periferici.
Il tessuto nervoso comprende due distinte popolazioni cellulari: le cellule nervose o neuroni e le cellule di sostegno o neuroglia. Le cellule di sostegno isolano i neuroni e forniscono una rete di sostegno; sono più numerose dei neuroni e costituiscono circa la metà del volume del sistema nervoso. I neuroni sono invece i responsabili del trasferimento e dell'elaborazione delle informazioni nel sistema nervoso. I neuroni
Un neurone tipico possiede un corpo cellulare, o soma, molte diramazioni, dendriti sensoriali e un lungo assone che termina in una o più stazioni sinaptiche.



A livello di ciascuna sinapsi il neurone è in rapporto con altre cellule. I miliardi di neuroni del sistema nervoso presentano notevoli diversità strutturali: i neuroni anassonici si trovano nel sistema nervoso centrale (SNC) ed in particolari organi di senso ma la loro fisiologia non è molto chiara;  il neurone unipolare , i suoi processi dendritici e assonali sono continui e il soma giace da una parte. I neuroni sensitivi del sistema nervoso periferico sono di solito unipolari;  i neuroni bipolari hanno un assone e un dendrite con il soma intercalato. I neuroni bipolari sono relativamente rari ma importanti componenti del SNC e di particolari organi di senso quali occhio e orecchio;  i neuroni multipolari possiedono diversi dendriti e un singolo assone che può avere uno o più collaterali. I neuroni multipolari sono relativamente frequenti nel SNC. Per esempio tutti i motoneuroni che controllano i muscoli scheletrici sono multipolari.
Ogni neurone deve adempiere cinque funzioni fondamentali: ricevere informazioni (input) dall'ambiente esterno o interno, oppure da altri neuroni;  integrare le informazioni ricevute e produrre un'adeguata rispost a in forma di segnale (output); condurre il segnale al suo terminale di uscita;  trasmettere il segnale ad altre cellule nervose, ghiandole o muscoli;  coordinare le proprie attività metaboliche , mantenendo l'integrità della cellula.
Ecco ora una spiegazione sulle varie parti costituenti il neurone:
I dendriti Sono ramificazioni che si estendono dal corpo della cellula nervosa, specializzati nel rispondere ai segnali provenienti da altri neuroni o dall'ambiente esterno. La loro forma ramificata offre un'ampia superficie alla ricezione dei segnali. I dendriti dei neuroni sensoriali sono dotati di speciali adattamenti della membrana che consentono loro di rispondere a stimoli ambientali specifici come la pressione, gli odori, la luce o il calore. Nei neuroni del cervello e del midollo spinale, i dendriti rispondono ai neurotrasmettitori chimici liberati da altri neuroni. Essi sono dotati di recettori proteici di membrana che si legano a neurotrasmettitori specifici e inviano, come risultato di quel legame, segnali elettrici.
Il soma (corpo cellulare) assicura le funzioni vitali del neurone e integra i segnali elettrici provenienti dai dendriti. Viaggiando lungo i dendriti, i segnali confluiscono al corpo cellulare del neurone che, comportandosi come un centro di integrazione, li "interpreta" e "decide" se produrre un potenziale d'azione, il segnale elettrico di uscita (output) del neurone. Provvisto dell'assortimento di organuli simile a quello di qualsiasi altra cellula, il corpo cellulare sintetizza anche proteine, lipidi e carboidrati, e coordina inoltre le attività metaboliche della cellula.
L'assone trasporta a destinazione i segnali elettrici generati dal corpo cellulare. In un neurone tipico, l'assone, che è una fibra lunga e sottile, si protende dal corpo cellulare, facendo del neurone la cellula più lunga del corpo umano. Singoli assoni, per esempio, si estendono dal midollo spinale alle dita dei piedi, coprendo una distanza superiore a un metro. Gli assoni costituiscono le linee di distribuzione lungo le quali si propagano i potenziali d'azione in direzione centrifuga verso le estremità del neurone. Come i trefoli di fili ritorti di un cavo elettrico, gli assoni sono per lo più avvolti in un fascio di nervi. A differenza dei cavi per il trasporto dell'elettricità, in cui si verifica una dissipazione di energia nel tragitto tra la centrale e l'utente, la membrana plasmatica degli assoni riesce a far pervenire alle estremità del neurone potenziali d'azione di intensità immutata.
I terminali sinaptici  comunicano con altri neuroni, muscoli e ghiandole. I segnali vengono trasmessi ad altre cellule a livello dei terminali sinaptici, che appaiono come rigonfiamenti delle estremità ramificate degli assoni.
La maggior parte dei terminali sinaptici contiene una sostanza chimica specifica, detta neurotrasmettitore, che viene liberata in risposta a un potenziale d'azione che percorre l'assone. I terminali sinaptici di un neurone possono comunicare con una ghiandola, con un muscolo con dendriti o con un corpo cellulare di un secondo neurone, in modo che il segnale in uscita (output) della prima cellula diventi segnale in entrata (input) per la seconda.
Il sistema nervoso viene diviso anatomicamente in due parti:il sistema nervoso centrale e il sistema nervoso periferico.
Il sistema nervoso centrale (SNC) è costituito dall'encefalo, racchiuso nella scatola cranica, e dal midollo spinale, contenuto invece nel canale vertebrale. Ogni singolo segmento midollare ha la capacità di controllare autonomamente funzioni motorie specifiche (riflessi). Il SNC è responsabile dell'integrazione, analisi e coordinazione dei dati sensoriali e dei comandi motori. E' anche la sede di funzioni più importanti quali l'intelligenza, la memoria, l'apprendimento e le emozioni. A differenza del sistema nervoso periferico, il SNC non è solo in grado di raccogliere e trasmettere informazioni, ma anche di integrarle .Il sistema nervoso periferico (SNP) è costituito da tutto il tessuto nervoso al di fuori del SNC. Il sistema nervoso periferico svolge essenzialmente la funzione di trasmissione del segnale attraverso fasci di conduzione . I segnali, afferenti da un'unità periferica (organo) o in uscita (efferenti) verso un'unità periferica, decorrono in fibre separate (assoni) che generalmente sono raggruppate in un fascio di conduzione unitario (nervo). Un nervo contiene esclusivamente assoni, cellule di Schwann e tessuto connettivo. I corpi delle cellule nervose sono raggruppati nei gangli del sistema nervoso periferico e nei nuclei del midollo spinale e del tronco encefalico.


Il sistema nervoso centrale: midollo spinale ed encefalo
Midollo spinale  con l'encefalo, forma il sistema nervoso centrale; ha forma cilindrica, larghezza media di 8-10 mm e spessore di 5-7 mm. Si estende dal grande forame occipitale fino a raggiungere pressappoco il primo corpo vertebrale lombare, non occupando quindi il canale vertebrale in tutta la sua lunghezza. Il canale vertebrale rappresenta per il midollo spinale, che è molto delicato, un'ottima protezione dai danni meccanici.
Il midollo spinale è molto più breve della colonna vertebrale, ma è costituito da tanti segmenti quanti sono i corpi vertebrali. Per tale ragione i nervi spinali e le loro radici, dal rachide cervicale a quello lombare, decorrono in modo sempre più obliquo verso il basso.Se si seziona una porzione qualsiasi del SNC, si nota in primo luogo che vi sono territori ben delimitati in rapporto fra loro, rispettivamente la sostanza grigia e la sostanza bianca. La sostanza grigia contiene soprattutto i corpi delle cellule nervose, mentre la sostanza bianca è composta dagli assoni e dai loro rivestimenti. Al centro del midollo spinale si trova un canale centrale molto sottile che è un residuo embrionale e non di rado è occluso o dilatato in cisti.


La sostanza grigia del midollo spinale è situata centralmente ed è quindi compresa all'interno della sostanza bianca. Il termine sostanza grigia deriva dalla colorazione grigia degli ammassi cellulari encefalici, midollari e gangliari.
In sezione trasversa essa ha una forma che ricorda quella di una farfalla: le due "ali anteriori" (corna anteriori) o, dal punto di vista tridimensionale, colonne anteriori, sono relativamente tozze e sono interamente circondate da sostanza bianca; le "ali posteriori " (corna posteriori; colonne dorsali), che sono più sottili, si estendono fino ai limiti del midollo spinale, ossia fino all'imbocco delle radici posteriori, dove giungono le fibre nervose che raccolgono le informazioni della sensibilità della cute e delle mucose e trasmettono le sensazioni di tatto, pressione, temperatura, vibrazione e dolore (in altre parole la cosiddetta sensibilità esterocettiva).
Anche gli stimoli sensitivi del tratto gastrointestinale (sensibilità intocettiva), della muscolatura e delle articolazioni (sensibilità propriocettiva) raggiungono il SNC tramite le radici posteriori.Immediatamente in rapporto con la porzione più posteriore della sostanza grigia del midollo spinale, la sostanza gelatinosa forma un filtro o una "porta" per le fibre del dolore che, per mezzo della radice posteriore, si irradiano nella sostanza grigia del corno posteriore.
Qui terminano gli assoni per la soppressione del dolore provenienti dal tronco encefalico e i sensori del tatto cutaneo.Una piccola sporgenza fra il corno anteriore e quello posteriore, ossia il corno laterale (colonna laterale), è poco evidente. Le sue cellule, tramite le radici anteriori, inviano assoni agli organi innervati dal sistema vegetativo, per esempio alla muscolatura gastrica e intestinale.
La sostanza bianca
Immediatamente adiacenti alla sostanza grigia decorrono brevi fasci di fibre nervose, i cosiddetti fasci fondamentali, che collegano 4-5 segmenti midollari confinanti. Essi circondano come un sottile mantello l'intera sostanza grigia e provvedono a schemi riflessi complessi che non riguardano solo la muscolatura di un unico segmenti (riflessi polisegmentali).
La massa della sostanza bianca è formata invece da lunghi fasci (tratti) ascendenti e discendenti che collegano fra loro encefalo e midollo spinale. I fasci decorrono in tre funicoli (cordoni) che risultano più o meno nettamente separati fra loro dalla fessura midollare, dal corno anteriore e da quello posteriore.Il sottile cordone anteriore è situato fra la fessura mediana anteriore e il corno anteriore, il cordone laterale fra il corno anteriore e quello posteriore, il cordone posteriore fra il corno posteriore e il setto mediano posteriore.
Il colore chiaro della sostanza bianca è dovuto al rivestimento mielinico delle fibre nervose. Il tessuto è quindi ricco di membrane cellulari dotate di fosfolipidi (grassi) ed è scarsamente irrorato.
Encefalo  con un peso di 1,3-1,5 kg, l'encefalo, dopo il fegato, è l'organo più pesante del corpo. A riposo viene utilizzata fino al 25% dell'energia metabolica per rifornire l'encefalo. La parte più antica dell'encefalo è il midollo allungato o bulbo, la cui struttura ricorda ancora la suddivisione metamerica del midollo spinale.
Attraverso confini ben definiti, esso passa nel ponte che presenta connessioni importanti con il cervelletto. Il cervelletto, dopo il cosiddetto "cervello" costituito da diencefalo e telencefalo, è la parte che occupa maggiore spazio all'interno della scatola cranica. Il cervelletto è appoggiato sul midollo allungato e sul ponte. Il midollo allungato, il ponte e il cervelletto lavorano in stretta collaborazione e controllano importanti funzioni del movimento .



Queste tre formazioni delimitano il quarto ventricolo che ha forma di losanga. Le due porzioni caudali del tronco encefalico (midollo allungato e ponte) costituiscono il romboencefalo. Al romboencefalo si unisce anteriormente il mesencefalo, che è il tratto più breve del tronco encefalico. Nel midollo allungato i fasci motori, provenienti dalla corteccia telencefalica e diretti al midollo spinale, formano le piramidi, dove avviene la decussazione di queste vie motorie.

Se il mesencefalo assume una posizione "mediana" fra le componenti cerebrali antiche e quelle recenti, il diencefalo fa chiaramente parte di queste ultime. Esso è composto fondamentalmente dal talamo destro e sinistro, nonché dall'ipotalamo , situato al centro. I due talami e l'ipotalamo delimitano il terzo ventricolo che ha la forma di una fessura situata sull'asse mediano del corpo. La suddivisione del diencefalo in una parte destra e una sinistra si manifesta in forma ancora maggiore nel telencefalo.
I due emisferi telencefali si pongono in comunicazione per mezzo di collegamenti svolti da fasci nervosi (commessure) anche se talora funzionano in modo completamente separato l'uno dall'altro.
Dall'indietro in avanti si distinguono i lobi occipitali, i lobi parietali, i lobi temporali e i grossi lobi frontali che da soli rappresentano un terzo del telencefalo. Due profonde scissure delimitano da un lato i lobi parietali dai lobi temporali, dall'altro li separano dal lobo frontale. Ciascuna metà del telencefalo (emisfero telencefalico) contiene al proprio interno un ventricolo laterale ricolmo di liquor (i due ventricoli laterali).



Il sistema nervoso periferico

Il sistema nervoso periferico è costituito dai nervi periferici che collegano il cervello e il midollo spinale al resto del corpo , compresi i muscoli, gli organi di senso e gli organi dei sistemi digerente, respiratorio, escretore e circolatorio. All'interno dei nervi periferici si trovano gli assoni dei neuroni sensoriali che trasmettono al sistema nervoso centrale l'informazione sensoriale proveniente da tutte le parti del corpo. I nervi periferici contengono anche gli assoni dei neuroni motori (o motoneuroni) che trasmettono i segnali dal sistema nervoso centrale agli organi e ai muscoli.
La porzione motoria del sistema nervoso periferico può essere suddivisa in due parti: il sistema nervoso somatico e il sistema nervoso autonomo.
I motoneuroni del sistema nervoso somatico stabiliscono sinapsi con i muscoli scheletrici e controllano il movimento volontario. I loro corpi cellulari si trovano nella sostanza grigia del midollo spinale, e i loro assoni raggiungono direttamente i muscoli controllati. I motoneuroni del sistema nervoso autonomo controllano invece le risposte involontarie. Essi stabiliscono sinapsi con il cuore, i muscoli lisci e le ghiandole.Il sistema nervoso autonomo è controllato sia dal midollo allungato sia dall'ipotalamo. Si usa suddividere il sistema nervoso autonomo in sistema nervoso simpatico e sistema nervoso parasimpatico.
Il sistema nervoso simpatico agisce sugli organi interni in modo da preparare l'organismo ad affrontare un'attività logorante o dispendiosa da un punto di vista energetico: il cuore batte più velocemente, il sangue defluisce dal sistema digerente per poter meglio irrorare i muscoli, le pupille si dilatano per ricevere una maggior quantità di luce e le vie aree nei polmoni si espandono in previsione di un maggior afflusso di ossigeno.
Il sistema nervoso parasimpatico è invece associato ad attività caratteristiche dei momenti di ozio. Sotto il suo controllo la muscolatura liscia del sistema digerente entra in piena attività, il battito cardiaco rallenta e le vie respiratorie si restringono.
Inoltre gli assoni parasimpatici si trovano nei nervi che hanno origine dall'encefalo (mesencefalo e midollo allungato) e dalla base del midollo spinale. Al contrario gli assoni simpatici si trovano nei nervi che hanno origine dalle sezioni mediana e inferiore del midollo spinale. In entrambi i sistemi simpatico e parasimpatico si trovano due neuroni che trasmettono messaggi in sequenza dal sistema nervoso centrale a ciascun organo bersaglio, ma le sinapsi che stabiliscono sono localizzate in sedi diverse.
Nel sistema nervoso simpatico la sinapsi è localizzata nei gangli vicini al midollo spinale, mentre nel sistema nervoso parasimpatico la sinapsi è localizzata nei gangli più piccoli situati intorno o in prossimità di ciascun organo bersaglio.
QUARTA PARTE


IL SISTEMA IMMUNITARIO
In ogni momento il nostro organismo è esposto ad attacchi da parte di agenti patogeni, ma solo nel momento in cui siamo colpiti da un processo infettivo ci rendiamo conto di quanto sia indispensabile il sistema di difesa dell'organismo, ossia il sistema immunitario.
Il sistema immunitario presenta due componenti: l'immunità innata e l'immunità acquisita.
Prima di descrivere i meccanismi di difese immunitarie vale la pena dare uno sguardo al grande numero di patogeni che possono rivelarsi nocivi per l'organismo.
I parassiti sono i più voluminosi, ma non i più temibili nemici del sistema immunitario. Si tratta soprattutto di ascaridi, nematelminti, tenie, visibili solo al microscopio oppure lunghe metri, che si insediano principalmente nell'intestino, ma che possono anche migrare in altri tessuti distruggendoli; è il caso, per esempio, del cisticerco e di alcune tenie.
                                                                         parassiti

Protozoi Di dimensioni inferiori rispetto ai parassiti riconducibili a occhio nudo, sono gli organismi unicellulari (protozoi).
                                                                         protozoi

I batteri sono ancora più piccoli dei parassiti unicellulari, nell'ordine di misura dei micrometri. Contrariamente alle cellule di organismi animali e vegetali (eucarioti), i batteri appartengono ai cosiddetti procarioti, ossia esseri viventi privi di nucleo delimitato da membrana e con un ambiente interno particolare.

                                                                         batteri
Essi possiedono un DNA ad anello e una parete cellulare ricca di carboidrati.
Paradossalmente alcuni batteri vivono all'interno dell'organismo umano con vantaggi reciproci: la flora intestinale, per esempio, è costituita in massima parte da batteri che non necessitano d'ossigeno. Essi traggono nutrimento dai residui della digestione, ispessiscono in tal modo le feci, contribuendo al rifornimento di vitamine nonché legando l'ammoniaca eccedente.
La maggior parte dei batteri dell'ambiente non è comunque così innocua.
I batteri sono causa di infiammazioni purulente (foruncoli) a livello locale e di affezioni generali (infiammazioni polmonari) che, negli individui con una riduzione delle difese immunitarie, superano le difese provviste dal sistema immunitario e possono provocare una disseminazione batterica nel circolo (sepsi) con conseguenze anche mortali.
Una infezione batterica è inizialmente localizzata in un punto ben determinato, ma può successivamente estendersi a tutto il corpo. Il cosiddetto pus è costituito da batteri e leucociti in via di disgregazione.
Funghi anche i funghi sono potenziali agenti patogeni. Si sviluppano sull'epidermide, mucose e coinvolge anche gli organi interni, soprattutto nei soggetti immunodeficienti (per esempio pazienti affetti da AIDS).

                                                                             funghi
 Virus gli agenti patogeni maggiormente nocivi sono i virus, i quali hanno dimensioni di pochi nanomentri. Non si tratta di organismi autonomi, ma di complessi molecolari costituiti da una catena di DNA o di RNA che risulta impacchettata in un involucro proteico, talvolta anche in una capsula glicoproteica.
I virus introducono la propria informazione genetica nel DNA nucleare di una cellula ospite, programmandola in modo che essa stessa produca sempre più virus. Naturalmente senza cellula ospite i virus non possono replicarsi.
Proprio a causa di questa forma di replicazione, risulta particolarmente difficile per il sistema immunitario evitare una infezione virale. Poiché gli stessi virus, essendo di piccole dimensioni, sono difficilmente aggredibili, il sistema immunitario deve necessariamente distruggere le cellule infettate.
La maggior parte delle infezioni, come per esempio il comune raffreddore, sono causate da virus. Un'infezione virale spesso compare contemporaneamente in più organi, generalmente con un attacco febbrile.

                                                                              virus
Tossine per concludere, il sistema immunitario reagisce anche contro alcune molecole nocive di grandi dimensioni, le tossine. L'esempio più noto è quello della tossina difterica. L'organismo non è in grado di difendersi dalla difterite ma, grazie alla vaccinazione antidifterica, può inattivare l'esotossina prodotta dal germe.Stimoli fisici (raggi ultravioletti per esempio) e chimici provocano danni nel DNA e possono trasformare cellule normali in cellule neoplastiche.

                                                                           tossine
Immunità innata o naturale

Già prima della nascita, l'organismo non sviluppa solo una serie di meccanismi di difesa specifici molto complessi che agiscono su determinati agenti patogeni, ma anche una modalità aspecifica d'attacco di molti microrganismi.
I primi garantiscono all'organismo in via di sviluppo una certa protezione di base contro le infezioni e costituiscono la premessa indispensabile affinché si possa raggiungere una certa immunità anche rispetto a nuovi tipi di agenti patogeni.
I secondi rappresentano un prerequisito indispensabile per i meccanismi specifici altamente sofisticati.
Le strategie innate di difesa umorale non mediata da cellule specifiche sono le seguenti: sistema del
completamento migrazione di leucociti protezione dalle infezioni tramite interferone lisi diretta dei batteri
Le macromolecole del sistema immunitario non specifiche, presenti nel sangue, costituiscono il sistema evolutivo più antico di difesa contro le infezioni.
L'elemento più importante della difesa umorale aspecifica, ossia il sistema del completamento, è costituito da una serie di molecole proteiche finalizzate alla stessa funzione.
E' costituito da circa 20 proteine plasmatiche diverse: C1, C2, C3, C4,C5, C6, C7, C8, C9, C10, C11 più altre 10 circa proteine di controllo. Viene attivato sia tramite una reazione antigene-anticorpo (via classica), sia direttamente mediante i carboidrati della parete cellulare batterica (via alternativa)
.I complicati meccanismi che concludono la cascata di reazioni del sistema del completamento praticano in ultimo una serie di fori nella membrana cellulare di un agente patogeno o di una cellula dell'organismo infettata. Ciò determina la morte della cellula infettata o del patogeno.


                                        
                                                                  CASCADA DEL COMPLEMENTO

In caso di infiammazione vengono liberati dei mediatori (citochine ) che richiamano i globuli bianchi dal sangue nei tessuti. L'attrazione di cellule autologhe tramite messaggeri chimici prende il nome di chemiotassi.


                                                             Migrazione di leucociti

In caso di infezione virale si ha, da parte delle cellule infette, una liberazione di interferone . E' una molecola di segnalazione che viene liberata da leucociti infettati da virus e da cellule connettivali per proteggere le cellule non ancora infette. Questa strategia consiste in un abbassamento drastico, anche se temporaneo, all'interno delle cellule, della neosintesi di proteine proprie o estranee all'organismo; in tal modo viene rallentata anche la proliferazione dei virus.
Il lisosoma attacca direttamente la parete cellulare di alcuni batteri che è costituita da carboidrati, a meno che questa sia protetta da una capsula glicoproteica. Il lisozoma, un enzima presente anche nella saliva, attacca direttamente la parete cellulare di alcuni batteri, prima che essi abbiano la possibilità di penetrare all'interno del corpo.
Le strategie innate di difesa umorale mediata da cellule specifiche sono le seguenti sistema dei fagociti mononucleati cellule natural killer
Il sistema dei fagociti mononucleati (MFS) comprende tutti gli organi in cui sono presenti macrofagi (dal greco: grandi mangiatori) e altre cellule fagocitanti; in particolare esso è sviluppato nei linfonodi, nel fegato e nel midollo osseo.I macrofagi possono fagocitare corpi estranei: il loro citoplasma si avvolge attorno al corpo estraneo inglobandolo in una vescicola delimitata dalla membrana citoplasmatica (fagosoma). All'interno della cellula questo fagosoma si unisce ai lisosomi, vescicole contenenti enzimi digestivi attivi, costituendo il fagolisosoma nel quale ha luogo la vera e propria digestione.

                                                         sistema dei fagociti mononucleare
                                                         cellula naturale killer
Le cellule natural killer contrastano i virus. Si tratta di linfociti di grandi dimensioni con un citoplasma esteso che contiene dei granuli, i quali sono in grado di riconoscere le cellule malate e di perforare la loro membrana con una speciale proteina (perforina). In questo modo inoculano nella cellula bersaglio enzimi che portano a una degradazione del DNA provocando la morte della cellula stessa. Il processo prende il nome di "apoptosi".


                                                       cellule natural killer

 Immunità acquisita o adottata
Quando si parla di difesa immunitaria spesso si fa riferimento all'immunità acquisita attraverso meccanismi specifici, ovvero sistemi specializzati in risposta a un agente patogeno ben determinato. L'immunità acquisita o adottata si compone di:
linfociti
cellule della "memoria"
immunoglobine
antigeni
I linfociti sono gli effetti responsabili delle difese immunitarie specifiche. Si tratta di piccole cellule che nel midollo osseo si differenziano in linfociti B e linfociti T.
I linfociti T sono di gran lunga il tipo più frequente.
La loro denominazione deriva del timo, dove essi maturano e vengono selezionati. E' infatti possibile distinguere tre sottopopolazioni di linfociti T: cellule T "helper", cellule T "suppressor" e cellule T "citotossiche".
I linfociti B, invece, possiedono la capacità di trasformarsi in grosse plasmacellule, che sono le cellule effettrici dell'immunità umorale specifica. Esse secernono anticorpi in grande quantità.
Le cellule della "memoria" si attivano in presenza di una seconda infezione causata dallo stesso agente patogeno. La risposta immunitaria in questo caso si sviluppa molto più rapidamente e più efficacemente rispetto a prima.
La formazione di cellule della memoria specifiche costituisce il vero principio su cui si basa ciascun vaccino.
Le immunoglobine sono gli "organi di senso" del sistema immunitario, essendo in grado di distinguere e identificare le sostanze proprie dell'organismo e quelle estranee a esso.Esse sono localizzate come recettori sulla superficie dei linfociti B oppure sono secrete come anticorpi nel plasma sanguigno.
La necessità della presentazione degli antigeni si spiega in buona parte tramite i meccanismi di protezione escogitati dai microrganismi, i quali hanno appunto lo scopo di impedire che i linfociti possano riconoscerli. Se una cellula che presenta antigeni assume l'agente patogeno e lo digerisce parzialmente all'interno dei suoi fagolisosomi, la possibilità di esporre in superficie l'antigene stesso è maggiore.

IL CUORE EL CORAZON

TERZA PARTE

IL CUORE
Il cuore è l’organo principale dell’apparato circolatorio. Si intende per apparato circolatorio un sistema composto da una pompa, il cuore, e da tubi, i vasi sanguigni (arterie, vene, capillari, linfatici), distribuiti in ogni parte ed organo del corpo umano.

La circolazione sanguigna ci consente di portare a ciascuna cellula del nostro organismo l’ossigeno e le sostanze nutritive: aminoacidi, zuccheri, grassi. Il cuore è un muscolo cavo che si contrae spontaneamente e ritmicamente e, con tali contrazioni, attraverso un sistema di valvole, assicura la progressione del sangue in due circuiti, detti circolo polmonare o piccola circolazione e circolo sistemico o grande circolazione.
La piccola circolazione trasporta sangue venoso, ricco di anidride carbonica, dal cuore ai polmoni, dove il sangue viene purificato e riportato al cuore ossigenato. Dal cuore a sua volta parte la grande circolazione che porta il sangue arterioso all’organismo per cedere l’ossigeno e riempirsi di anidride carbonica, quindi ritornare al cuore come sangue venoso per entrare nel piccolo circolo e purificarsi. All’interno del cuore il sangue ossigenato arterioso non si mescola con il sangue venoso, ricco di anidride carbonica. Se si taglia il cuore longitudinalmente lo si vedrà diviso in due parti da un setto verticale: una parte destra o cuore venoso perché contiene il sangue venoso, l’altra sinistra o cuore arterioso che contiene il sangue ossigenato. Le due cavità superiori si chiamano atri, quelle inferiori ventricoli.
Anatomia




Il cuore è situato nel torace, più esattamente nel mediastino, la parte della cavità toracica che si trova fra i polmoni.
Il pericardio è composto da due foglietti: un foglietto aderisce al cuore (epicardio), l’altro foglietto parte dall’epicardio e circonda il cuore (pericardio propriamente detto), in modo da formare una cavità virtuale che consente al cuore di muoversi liberamente durante la contrazione cardiaca. All’interno della cavità cardiaca, la parete è ricoperta da una membrana chiamata endocardio .
La forma ricorda un cono, la cui base è però situata in alto, con l’apice rivolto in basso, verso sinistra. Le dimensioni nell’uomo adulto sono variabili, anche in funzione del riempimento del cuore, misurano in media 13 cm longitudinalmente, dalla punta al margine superiore degli atri, 11 cm trasversalmente, con uno spessore massimo di 8 cm dalla colonna vertebrale allo sterno. Le dimensioni sono leggermente inferiori nel sesso femminile. Ha un peso di circa 300 grammi, con variazioni individuali e di sesso. Nell’adulto maschio il peso è compreso fra 280 e 340 grammi, nell’adulto di sesso femminile è compreso fra 230 e 280 grammi. L’insieme delle sue cavità, quando sono rilasciate, contiene un po’ meno di 500 millilitri di sangue.
Il cuore, trasversalmente, viene diviso in due parti da un solco trasversale, il solco coronario od
atrioventricolare che separa gli atri , disposti superiormente al solco, dai ventricoli , disposti inferiormente. Gli atri sono due, uno destro ed uno sinistro, separati da un solco longitudinale, detto solco interatriale . Anche i ventricoli sono due, uno destro ed uno sinistro e sono separati da due solchi longitudinali, uno anteriore ed uno posteriore, detti solchi interventricolari.
Nella superficie esterna del cuore si descrivono una faccia anteriore o sternocostale, una faccia posteroinferiore o diaframmatica, una base, un apice. La base del cuore è formata dalla faccia postero-superiore dei due atri, è in rapporto con l’aorta discendente e l’esofago ed è situata in corrispondenza delle 5°- 8° vertebre toraciche. Si trova in corrispondenza dell’atrio destro l’orifizio di sbocco della vena cava superiore ed inferiore. In corrispondenza dell’atrio sinistro si trova l’orifizio di sbocco delle vene polmonari di destra e di sinistra.
L’apice del cuore è formato dal ventricolo sinistro, è in rapporto con il polmone, in corrispondenza del 5° spazio intercostale di sinistra. Mentre le cavità destre e sinistre non comunicano fra loro, le due cavità che compongono il cuore destro e quello sinistro comunicano fra di loro. Ogni metà infatti comprende un atrio ed un ventricolo che sono fra loro in comunicazione mediante l’orifizio atrioventricolare. I due orifizi controllano il passaggio del sangue per mezzo di valvole che permettono il flusso di sangue dagli atri ai ventricoli, mentre ne bloccano il reflusso. L’orifizio atrioventricolare destro è provvisto da una valvola chiamata tricuspide, in quanto possiede tre cuspidi (lembi a forma di punte), l’orifizio atrioventricolare sinistro è provvisto da una valvola chiamata mitrale, in quanto possiede due cuspidi. All’interno dei ventricoli si trovano delle strutture colonnari, i muscoli papillari, il cui compito è di collegare l’apice e le pareti dei ventricoli ai lembi delle valvole atrioventricolari, ai quali si fissano mediante dei tendini, detti corde tendinee.
I ventricoli presentano oltre agli orifizi atrioventricolari, dei forami arteriosi: nel ventricolo destro si trova il forame per l’arteria polmonare, nel ventricolo sinistro il forame per l’aorta . Gli osti arteriosi sono forniti di valvole, formate ciascuna da tre lembi semilunari, per questo motivo vengono chiamate valvole semilunari.
Il cuore si può proiettare sulla parete toracica anteriore in un’area chiamata aia cardiaca. La rappresentazione di questa regione ha finalità pratiche in quanto, mediante l’esame obiettivo, si può valutare la normalità morfologiche e fisiologiche. Ad esempio, mediante la percussione si può valutare le dimensioni cardiache e mediante l’ascultazione si possono apprezzare i toni cardiaci, rumori che si originano dal flusso di sangue che scorre attraverso gli osti cardiaci. I toni si ascoltano su particolari punti del torace, detti focolai di ascoltazione. Il focolaio mitralico , si apprezza in una regione detta l’itto della punta , corrispondente all’apice del cuore, ed è apprezzabile nel 5° spazio intercostale: il rumore è dovuto alla contrazione del ventricolo sinistro. Il focolaio tricuspidale si apprezza nel 5° spazio intercostale destro in prossimità dello sterno: in questa sede si apprezza il rumore dato dalla contrazione del ventricolo destro. Il focolaio polmonare si apprezza nel 2° spazio intercostale sinistro in prossimità dello sterno: il rumore è dovuto principalmente all’attività dell’arteria polmonare. Il focolaio aortico si apprezza all’estremo costale del 2° spazio intercostale destro: il rumore è dovuto all’attività aortica. Mediante l’aia cardiaca possiamo così individuare i punti corrispondenti agli osti arteriosi (polmonare ed aortico) e venosi (orifizi atrioventricolari destro e sinistro).


 Fisiologia
Si è detto che il cuore si contrae spontaneamente e ritmicamente. Questa attività, è mantenuta da stimoli elettrici che originano nel cuore stesso, nel cosiddetto tessuto o sistema di conduzione. Questo tessuto è formato da fibre muscolari, il cui compito non è di contrarsi ma di produrre automaticamente la trasmissione di stimoli elettrici che comportano l’eccitazione e la contrazione miocardica.
Lo stimolo elettrico nasce dal nodo del seno , che si trova nell’atrio destro in corrispondenza della vena cava superiore. Viene chiamato nodo perché gli elementi muscolari che lo costituiscono presentano una disposizione a gomitolo o a nodo. Gli stimoli elettrici si trasmettono successivamente al tessuto muscolare dell’atrio provocandone l’attivazione e la contrazione dell’atrio. L’eccitazione raggiunge quindi il nodo atrio -ventricolare, situato nel setto interatriale. Da qui parte un nuovo impulso elettrico che si propaga attraverso delle fibre specializzate appartenenti al fascio di His, situato nel setto interventricolare. Il fascio di His si divide in due branche destra e sinistra che sotto l’endocardio ventricolare formano una rete detta rete di Purkinje. Normalmente il nodo del seno impone il suo ritmo a tutto il muscolo cardiaco e questo ritmo è detto sinusale. Il ritmo sinusale corrisponde ad una frequenza cardiaca di circa 70-75 battiti al minuto. Esistono altri centri capaci di automatismo, cioè in grado di far contrarre il cuore spontaneamente secondo una determinata frequenza, e questi centri sono caratterizzati dal determinare una frequenza cardiaca minore.
Diversi fattori possono influenzare il nodo del seno, provocando variazioni della frequenza cardiaca. Ad esempio il sistema nervoso simpatico aumenta la frequenza, mentre il sistema nervoso parasimpatico la rallenta. La trasmissione degli stimoli elettrici produce delle correnti che vengono comunemente registrate con l’elettrocardiogramma.
Il cuore funziona come una pompa aspirante e premente in cui l’energia necessaria viene fornita dalla contrazione del muscolo cardiaco stesso. Il fine della pompa è di mantenere la circolazione del sangue nel letto vascolare arterioso, capillare e venoso. Si pensi che il cuore pompa cinque litri di sangue al minuto e che questa quantità può essere raddoppiata se subentra un’attività fisica, fino ad arrivare, in condizioni di sforzo fisico intenso, a pompare venti litri di sangue al minuto.
Si chiama rivoluzione cardiaca il ciclo completo di lavoro che il cuore compie attraverso due fasi distinte, che si susseguono continuamente: fase di contrazione, detta sistole, e fase di rilasciamento o di riposo, detta diastole. La funzione di pompa del cuore è assicurata dalla parete muscolare e dal sistema valvolare. Il miocardio, quando si contrae, crea una pressione nel sangue contenuto nelle cavità cardiache; questo sangue per mezzo delle valvole viene spinto dal cuore ai due grossi tronchi che da questo si originano: l’aorta e il tronco polmonare. Il sistema valvolare ha la caratteristica di consentire il passaggio in una sola direzione. Gli atri funzionano come una specie di serbatoio di raccolta del sangue proveniente dalla periferia del nostro corpo (atrio destro), o dai polmoni (atrio sinistro). Dagli atri il sangue passa nei ventricoli che costituiscono la pompa cardiaca vera e propria, essi lavorano contraendosi in maniera da raggiungere pressioni più alte, allo scopo di spingere il sangue nell’aorta o nel tronco polmonare. Il miocardio ventricolare è perciò
maggiormente sviluppato, presentando uno spessore molto maggiore rispetto agli atri. E’ importante sottolineare che i ventricoli lavorano ad alte pressioni, mentre gli atri a bassissime pressioni.
Si è detto che il cuore lavora come una pompa caratterizzata da una fase di contrazione e da una di rilasciamento. Le valvole atrio-ventricolari, che separano gli atri dai ventricoli, si aprono nella fase di rilasciamento ventricolare, diastole, e permettono ai ventricoli di riempirsi del sangue accumulato negli atri, successivamente queste valvole si chiudono, ciò coincide con la fase di contrazione dei ventricoli, la sistole, cosicché il sangue non possa refluire negli atri. La progressione verso i grossi vasi è assicurata invece dall’apertura delle valvole semilunari aortica e polmonare che avviene nella fase di sistole: in questa fase i ventricoli che si contraggono raggiungono pressioni di circa 125 millimetri di mercurio. Le valvole semilunari dell’aorta e del tronco polmonare si chiuderanno, invece, nella fase di diastole per impedire il reflusso di sangue nei ventricoli.


Il mantenimento della circolazione e della sua funzione, cioè quella di trasportare il sangue, avviene solo se è presente una certo livello di pressione. Nelle arterie il sangue scorre sotto la spinta diretta della contrazione cardiaca; nei capillari e nelle vene il sangue scorre perché esiste una differenza di pressione tra i capillari e gli atri (a livello degli atri la pressione è quasi nulla). Il mantenimento della pressione dipende anche dalla contrazione delle pareti dei vasi, dalla contrazione dei muscoli scheletrici che favorisce il ritorno venoso e dalla quantità di sangue circolante.

La pressione arteriosa che si misura è la pressione esistente nel complesso del sistema circolatorio. La pressione arteriosa massima corrisponde alla fase sistolica, la pressione minima corrisponde alla fase diastolica. Si può cogliere l’importanza di mantenere una pressione arteriosa adeguata se si pensa che un calo pressorio improvviso provoca in un individuo la perdita della coscienza. La pressione arteriosa ha il compito di assicurare la circolazione del sangue e, in seguito ad una riduzione importante, non arriva più sangue al cervello; ecco perché si ha la perdita di coscienza, che in condizioni estreme può portare a collasso cardiocircolatorio e morte.
Arterie e vene
I vasi sanguigni che dal cuore si diramano verso le parti periferiche del corpo sono le arterie.
Le arterie, che hanno un diametro massimo di 25-30 millimetri, allontanandosi dal cuore si ramificano e diventano sempre più piccole, fino a diventare delle arteriole, il cui diametro medio è di 0,2 millimetri. Le arteriole si continuano in vasi più sottili detti capillari arteriosi, che hanno un diametro piccolissimo, 7-30 micron (1 micron corrisponde ad un millesimo di millimetro). I capillari arteriosi sboccano nei capillari venosi e quindi nelle vene. Le vene hanno un percorso opposto alle arterie, infatti convergono dai tessuti e dagli organi periferici al cuore. Le vene raccolgono il sangue dopo che ha ceduto l’ossigeno e le sostanze nutritive alle cellule e dopo che ha raccolto le sostanze ed i gas di rifiuto dai tessuti.
Come si è detto, il cuore può essere suddiviso funzionalmente in cuore destro e sinistro. Il cuore destro riceve sangue dal corpo e lo pompa nei polmoni.
Precisamente il flusso sanguigno che arriva dalla periferia viene raccolto dalla vena cava superiore ed inferiore e da queste vene il sangue entra nell’atrio destro, viene spinto nel ventricolo destro, e tramite il tronco dell’arteria polmonare entra nei polmoni per ossigenarsi (ricordiamo che il cuore destro contiene solo sangue venoso, quindi ricco di anidride carbonica). Si parla di piccola circolazione per indicare la circolazione sanguigna che raccoglie il sangue venoso dal cuore destro e, dopo averlo ossigenato negli alveoli polmonari, lo trasporta nuovamente al cuore sinistro. Ne fanno parte il tronco polmonare che successivamente si divide nell’arteria polmonare destra e sinistra che raggiungono il polmone corrispondente e le vene polmonari che riportano il sangue purificato all’atrio sinistro. Nella circolazione polmonare, invece, il cuore sinistro riceve il sangue ricco di ossigeno dai polmoni e lo pompa poi a tutto il corpo. Precisamente il sangue ossigenato dai polmoni viene immesso nell’atrio sinistro dalle vene polmonari: l’atrio sinistro pompa il cuore nel ventricolo sinistro e da qui, mediante un’arteria, l’aorta, viene immesso nella circolazione generale. Il cuore sinistro contiene solo sangue arterioso, cioè ossigenato. Si parla di grande circolazione per indicare la circolazione che parte dal cuore e trasporta alla periferia il sangue ricco di ossigeno.
Il tronco da cui derivano tutte le arterie della grande circolazione è l’aorta. L’aorta origina dal ventricolo sinistro, discende addossata alla colonna vertebrale, percorrendo prima la cavità toracica poi la cavità addominale, dove a livello della quarta vertebra lombare termina nelle arterie iliache. L’aorta viene comunemente divisa in tre porzioni: aorta ascendente, che è il tratto compresa dal cuore alla metà del sterno e da cui si dipartono le arterie coronarie, arco dell’aorta e aorta discendente, che comprende l’aorta toracica e l’aorta addominale. Dall’aorta originano le arterie che portano il sangue a tutto l’organismo.
Il cuore ha le pareti muscolari altamente vascolarizzate per poter rispondere ad un aumento del fabbisogno di nutrimento come avviene in caso di uno sforzo fisico intenso. Il miocardio è irrorato da un sistema di arterie denominate coronarie. Esse si originano all’origine dell’aorta ascendente, nei seni aortici di Valsalva. Le coronarie sono due: coronaria destra e sinistra. Decorrono sulla superficie del cuore dividendosi in rami sempre più piccoli che penetrano nelle varie parti del cuore. La coronaria sinistra dopo un breve tratto iniziale detto tronco comune si divide in due rami: ramo interventricolare anteriore e ramo circonflesso. Si può dire grossolanamente che questi rami ossigenano la parte sinistra del cuore, mentre la parte destra è irrorata dalla coronaria destra.



 

IL SANGUE LA SANGRE

  SECONDA PARTE

IL SANGUE
Il sangue è un tessuto fluido attraverso il quale si realizza il trasporto di sostanze nutritive, gas, ormoni e prodotti di rifiuto. Il sangue, inoltre, trasporta cellule specializzate che difendono i tessuti periferici da infezioni e malattie. Queste funzioni sono assolutamente essenziali in quanto un'area completamente priva di circolazione può morire nel giro di pochi minuti.

Il sangue nell'organismo ha le seguenti funzioni:trasporta gas disciolti portando ossigeno dai polmoni ai tessuti e anidride carbonica dai tessuti ai polmoni; distribuisce le sostanze nutritive assorbite nel tubo digerente o rilasciate dai depositi del tessuto adiposo o dal fegato; trasporta i prodotti del catabolismo dai tessuti periferici ai siti di eliminazione come i reni; consegna enzimi e ormoni a specifici tessuti-bersaglio; regola il pH e la composizione elettrolitica dei liquidi interstiziali in ogni parte del corpo; riduce le perdite dei liquidi attraverso i vasi danneggiati o ad altri lesionati. Le reazioni di coagulazione bloccano le interruzioni nelle pareti vascolari prevenendo modificazioni nel volume del sangue che possono intaccare seriamente la funzione cardiovascolare; difende il corpo dalle tossine e dagli agenti patogeni: infatti trasporta globuli bianchi, cellule specializzate che migrano nei tessuti periferici per "combattere" infezioni o rimuovere detriti e apporta anticorpi, proteine speciali che attaccano micro-organismi o agenti estranei. Il sangue, inoltre, riceve tossine prodotte da infezioni, danni fisici o attività metaboliche e le consegna al fegato e ai reni dove possono venire inattivate o espulse; aiuta a regolare la temperatura del corpo assorbendo e ridistribuendo calore. Il sangue, quasi al 50%, è fatto di acqua che ha una capacità straordinariamente elevata di trattenere calore.
L'organismo umano contiene 5-6 litri di sangue, equivalenti all' 8%circa del peso corporeo.
Componenti del sangue
Il sangue è formato da due principali componenti: una parte liquida, il plasma, che costituisce il 55-60%del volume del sangue; una serie di cellule specializzate (i cosiddetti "elementi figurati") presenti in sospensione nel plasma (globuli rossi, globuli bianchi, piastrine). Mediamente questi elementi corpuscolari rappresentano il 40-45% del volume totale del sangue.


Il plasma
Il plasma ha densità poco più alta di quella dell'acqua proprio perché è formato per più del 90% proprio da acqua, nella quale sono disciolte numerose sostanze: proteine, ormoni, sostanze nutritive (glucosio, vitamine, amminoacidi, lipidi), gas (diossido di carbonio, ossigeno), ioni (sodio, cloruro, calcio, potassio, magnesio) e sostanze di rifiuto come l'urea.Le sostanze presenti in quantità maggiore sono le proteine, principalmente di tre tipi: le albumine, con importanti funzioni osmotiche; le globuline, che trasportano i grassi e sono essenziali nei processi immunitari.Esse includono:- le immunoglobuline: chiamate anche anticorpi, attaccano le proteine estranee e gli agenti patogeni; - le proteine vettrici, le quali trasportano ioni e ormoni che altrimenti potrebbero passare attraverso il filtro renale. Sia alle albumine che alle globuline si possono attaccare lipidi, quali i trigliceridi, gli acidi grassi o il colesterolo che non sono solubili in acqua. Le globuline coinvolte nel trasporto dei lipidi sono chiamate lipoproteine. il fibrogeno, fondamentale nella coagulazione del sangue. Le proteine plasmatiche contribuiscono a mantenere costantemente a 7,4 il pH del sangue (funzione tampone); per l'organismo, inoltre, esse rappresentano una riserva di proteine importante e, soprattutto, immediatamente disponibile.
Gli elementi figurati
Le maggiori componenti cellulari del sangue sono i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine
I globuli rossi Come altri elementi del sangue, i globuli rossi vengono prodotti nel midollo delle ossa brevi o piatte (ala iliaca, sterno, corpi vertebrali) nonché nelle epifisi di omero e femore.I globuli rossi, o eritrociti, rappresentano un po' meno della metà del volume totale del sangue (40% per la donna e 45% per l'uomo).La forma di un globulo rosso ricorda quella che si ottiene schiacciando una pallina di plastilina tra pollice e indice. Tale forma biconcava garantisce una superficie maggiore di quella di una cellula sferica di uguale volume, ciò esalta la capacità della cellula di assorbire e cedere ossigeno attraverso la sua membrana.



Una delle caratteristiche più appariscenti dei globuli rossi è il colore rosso, dovuto al pigmento emoglobina, una grossa molecola proteica contenente ferro, che rappresenta circa un terzo del peso della cellula. Non meno del 97% dell'ossigeno trasportato dal sangue è fissato nell'emoglobina e per il resto sostanzialmente è composto da una membrana plasmatica e da un citoscheletro. La molecola di emoglobina raccoglie l'ossigeno dove la concentrazione è elevata, come nei capillari dei polmoni, e lo cede dove la concentrazione è bassa, in altri tessuti del corpo. Ceduto l'ossigeno, una parte dell'emoglobina si combina con il diossido di carbonio prodotto dal metabolismo cellulare e ritorna ai polmoni.
Grazie all'emoglobina, il nostro sangue può trasportare una quantità di ossigeno 70 volte superiore a quella che sarebbe possibile se l'ossigeno fosse semplicemente disciolto nel plasma. Legando a sé l'ossigeno, l'emoglobina subisce una lieve modificazione di forma che ne altera il colore. Infatti il sangue deossigenato è di colore marrone-rosso scuro, ma appare bluastro attraverso la cute, mentre il sangue ossigenato è di colore
rosso ciliegia.
I globuli rossi, come anche le piastrine, sono gli unici elementi dell'organismo privi di nucleo. Per tale ragione non sono in grado di replicarsi né di produrre proteine.
Un globulo rosso immesso nella corrente circolatoria ha una vita media di circa 4 mesi (115-120 giorni) prima di venire fagocitato da macrofagi localizzati soprattutto a livello della milza. Queste cellule svolgono la cosiddetta funzione della "eritrocateresi". I globuli rossi giovani sono in grado di rimodellarsi e sopravvivere senza subire danni, superando perciò il "filtro" esistente a livello della milza.
Il numero dei globuli rossi del sangue si mantiene costante grazie a un meccanismo di feedback negativo, al quale partecipa l'ormone eritropoietina. L'eritropoietina viene messa in circolo dai reni in risposta a una carenza di ossigeno, quale si può verificare per esempio ad alta quota o in seguito a una perdita di sangue. L'ormone sollecita il midollo osseo ad accelerare la sintesi di nuove cellule. Quando il livello di ossigeno nei tessuti torna a valori adeguati, la produzione di eritropoietina viene inibita, e il tasso di produzione dei globuli rossi ritorna nella norma.


Il gruppo sanguigno è determinato da proteine specifiche presenti sulla membrana dei globuli rossi. Il sangue è infatti classificato in gruppi, A, B, AB o 0 a seconda della presenza o meno di proteine specifiche (indicate con le lettere A e B) sulla membrana plasmatica dei globuli rossi . Nel sangue di gruppo A è presente la proteina A, nel sangue di gruppo B la proteina B e nel sangue di gruppo AB entrambe le proteine, al contrario, nel sangue di gruppo 0 entrambe le proteine sono assenti. Inoltre, nel plasma di ciascun individuo sono presenti anticorpi contro le proteine mancanti sui suoi globuli rossi (quindi ad esempio un individuo con sangue di gruppo A possiede anticorpi contro le proteine B).
I globuli bianchi I globuli bianchi (leucociti) sono i responsabili delle difese immunitarie dell'organismo. Vi sono cinque categorie di globuli bianchi (linfociti, monociti, neutrofili, basofili e eosinofili) che insieme costituiscono meno dell'1% delle cellule del sangue . Queste cellule si distinguono l'una dall'altra in base all'affinità per i coloranti, alle dimensioni e alla forma del nucleo. Esse svolgono una funzione difensiva contro gli aggressori provenienti dall'esterno e si avvalgono del sistema circolatorio per raggiungere il luogo attraverso cui sono penetrati elementi estranei.Per esempio, i monociti e i neutrofili usano la rete dei capillari per spostarsi dove qualche batterio è riuscito a introdursi sfruttando una ferita; giunti a destinazione filtrano attraverso le pareti dei capillari come minuscole amebe.Nei tessuti monociti danno origine ai macrofagi, cellule ameboidi capaci di incorporare particelle estranee. Quindi macrofagi e neutrofili inglobano i batteri che sono penetrati o altre cellule identificate come estranee ivi comprese le cellule cancerogene. Così facendo, i globuli bianchi subiscono una degradazione irreversibile, muoiono e si accumulano contribuendo a formare quella sostanza bianca nota come "pus", caratteristica delle zone infette.I linfociti intervengono nella risposta immunitaria. Il sistema immunitario consiste di circe duemila miliardi di linfociti. Molti di questi si trovano nel sangue e nella linfa distribuiti per tutto il corpo; altri si accumulano in organi specifici, soprattutto il timo, i linfonodi e la milza. La risposta immunitaria è il risultato delle iterazioni tra diversi tipi di linfociti e le molecole da essi prodotte. Ci sono infatti due tipi di linfociti : linfociti B e linfociti T in una fase precoce dello sviluppo embrionale, i linfociti T, in via di formazione, migrano nel timo (da qui il nome di linfociti T) e si differenziano nelle forme mature. I linfociti B maturano invece nello stesso midollo osseo (in inglese bone marrow , da cui proviene il loro nome). I linfociti B e T svolgono, nella risposta immunitaria, ruoli nettamente diversi; comunque le risposte che entrambi producono constano di tre fasi fondamentali: riconoscimento dell'invasore
l'attacco riuscito la memorizzazione dell'invasore per impedire future infezioni.
Meno abbondanti sono i basofili e gli eosinofili. La produzione di eosinofili è stimolata da un'infezione parassitaria, in seguito alla quale gli eosinofili convergono sugli aggressori e li ricoprono di sostanze letali. I basofili producono composti anticoagulanti e molecole, come l'istamina, che intervengono nelle reazioni infiammatorie.
Le piastrine Le piastrine non sono cellule intere, bensì frammenti di megacariociti, grosse cellule presenti nel midollo osseo che formano le piastrine come gemmazioni citoplasmatiche avvolte dalla membrana; una volta staccatasi dal megacariocita, le piastrine entrano nel sangue, dove svolgono un ruolo essenziale nel processo di coagulazione . Analogamente ai globuli rossi, le piastrine sono prive di nucleo e il loro ciclo vitale è ancora più breve, compreso tra 10 e 12 giorni.
Le piastrine sono fondamentali quanto il fibrogeno nella coagulazione del sangue.
La formazione del coagulo è un processo che ha inizio quando le piastrine, insieme ad altri fattori contenuti nel plasma, giungono a contatto con una superficie irregolare, per esempio un vaso sanguigno lesionato. Le piastrine tendono ad aderire alle superfici irregolari, per cui si accumulano l'una sull'altra e, se il vaso è di piccolo diametro, lo otturano completamente. A integrare il meccanismo provvede poi la coagulazione del sangue che costituisce la più importante delle difese dell'organismo contro le emorragie. La lesione sulla superficie di un vaso sanguigno non soltanto induce le piastrine a esercitare le loro capacità adesive,ma anche ad innescare tra le proteine plasmatiche circolanti una complessa sequenza di eventi che culminano nella produzione dell'enzima trombina. La trombina catalizza la trasformazione del fibrogeno, una delle tante proteine ematiche, in molecole filiformi di fibrina.
Le molecole di fibrina si intrecciano fittamente tra di loro dando origine a una matrice fibrosa, una sorta di ragnatela proteica che immobilizza la porzione fluida del sangue, provocandone la solidificazione in una massa gelatinosa. Via via che nella regnatela restano imprigionati i globuli rossi, la densità del coagulo aumenta. Le piastrine si attaccano poi al reticolo fibroso ed emanano estroflessioni appiccicose che si agganciano l'una con l'altra. Si crea così un coagulo denso e compatto che contrae la ferita ravvicinando le superfici danneggiate e favorendo la cicatrizzazione.





































































































SISTEMA CIRCOLATORIO

PRIMA PARTE



IL SISTEMA CIRCOLATORIO
Il sistema circolatorio si compone di tre parti un fluido, il sangue, che funge da mezzo di trasporto; una rete di canali, i vasi sanguigni, per distribuire il fluido nei vari punti del corpo; una pompa, il cuore, per tenerlo in movimento.
Alcune delle funzioni più importanti sono:il trasporto di ossigeno dai polmoni ai tessuti e di diossido di
carbonio dai tessuti ai polmoni la distribuzione dei prodotti della digestione a tutte le cellule dell'organismo
il trasporto di rifiuti e prodotti tossici al fegato per la disintossicazione e ai reni per l'escrezione
la distribuzione di ormoni dagli organi che li secernono ai tessuti sui quali agiscono
la regolazione della temperatura corporea , in parte ottenuta adeguando il flusso sanguigno il controllo delle perdite di sangue per mezzo della coagulazione la difesa contro batteri e virus , grazie all'azione di anticorpi e globuli bianchi presenti nel flusso circolatorio
Dal punto di vista meccanicistico si può parlare dei vasi sanguigni come di un sistema chiuso, caratterizzato da una funzione aspirante e una premente, paragonabile al rifornimento di acqua potabile e al ritorno di acqua industriale attraverso una canalizzazione. Al pari della circolazione dell'acqua a scopo tecnico, anche il sistema circolatorio viene suddiviso in un sistema ad alta pressione (rifornimento di acqua) e in un sistema a bassa pressione (canalizzazione). Nel sistema ad alta pressione vengono comprese l'aorta, le arterie i rami arteriosi e le arteriole del grande circolo; nel sistema a bassa pressione le venule, i rami venosi e le vene del grande circolo. Sistema ad alta e a bassa pressione sono separati dal letto capillare, sempre del grande circolo.
Uscito dal cuore, il sangue percorre una serie di vasi: nell'ordine, arterie-arteriole-capillari-venule-vene, per tornare poi al cuore. Le arterie e le vene formano un sistema di distribuzione interna a cui il cuore fornisce la propulsione necessaria. Sia il circolo polmonare sia quello sistemico partono dal cuore, attraverso tronchi arteriosi di grosso calibro in cui passa il sangue attraverso le valvole semilunari.
I vasi collegati a questi tronchi si ramificano ripetutamente. Man mano che procede la ramificazione le dimensioni delle arterie si riducono gradualmente fino a che esse diventano arteriole. Le arteriole sono i più piccoli vasi del sistema arterioso, e attraverso essi il sangue entra nella rete capillare dei vari tessuti.
Il sangue che defluisce dalla rete capillare entra dapprima nelle venule, che sono i più piccoli vasi del sistema venoso. Successivamente questi sottili vasi si uniscono a quelli vicini per formare piccole vene, quindi il sangue passa attraverso le vene di medio e grosso calibro prima di raggiungere le vene cave (nel circolo sistemico) o le vene polmonari (nel circolo polmonare).
Le arterie
Nel viaggiare dal cuore ai capillari periferici il sangue attraversa le arterie elastiche, le arterie muscolari e le arteriole.
Le arterie elastiche sono grossi vasi di diametro superiore a 2,5 cm. I tronchi aortici e polmonare e le loro principali ramificazioni sono esempi di arterie elastiche. Le pareti delle arterie elastiche non sono molto spesse, ma sono estremamente resistenti. La tonaca media di questi vasi è ricca di fibre elastiche e relativamente povera di muscolatura liscia. Di conseguenza, le arterie elastiche possono tollerare la notevole pressione prodotta ogni volta che si verifica la sistole ventricolare ed il sangue lascia il cuore. Durante la diastole ventricolare la pressione ematica all'interno del sistema arterioso cade, e le fibre elastiche ritornano alle loro dimensioni originali, mentre, quando le pressioni salgono improvvisamente, esse si stirano. La loro espansione attutisce l'improvviso innalzamento pressorio durante la sistole ventricolare e la loro contrazione rallenta la riduzione della pressione durante la diastole ventricolare.
Le arterie di medio calibro, chiamate anche arterie muscolari o di distribuzione , distribuiscono appunto il sangue agli organi periferici. Una tipica arteria muscolare ha un diametro di circa 0,4 cm. La spessa tonaca media di un'arteria muscolare contiene una grande quantità di muscolatura liscia e poche fibre elastiche.
Le arteriole sono più piccole delle arterie di medio calibro. La tonaca media delle arteriole è formata da uno strato incompleto di muscolatura liscia, che le rende capaci di modificare il proprio diametro , modificando la pressione sanguigna e la quantità di sangue che affluisce nel suo territorio di competenza. Queste variazioni si verificano in seguito a stimoli locali, automatici o endocrini.




Capillari I capillari sono i soli vasi sanguigni le cui pareti permettono scambi tra il sangue e il circostante liquido interstiziale . Poiché le pareti capillari sono relativamente sottili, le distanze di diffusione sono piccole e
lo scambio può avvenire rapidamente.
Inoltre, il flusso ematico nei capillari è relativamente lento, concedendo un tempo sufficiente per la diffusione o il trasporto attivo dei materiali attraverso le loro pareti.
A differenza dei grossi vasi, la parete capillare è limitata ad un unico strato, l'endotelio. Le cellule endoteliali sono estremamente piatte e talvolta hanno uno spessore di soli 1-2 micrometri, esse sono situate a ridosso di una membrana basale, spessa 40-60 nm. Le cellule endoteliali possono sovrapporsi in parte, aumentando o diminuendo lo spessore della parete capillare. In tal caso esse formano una barriera consistente, fra sangue e tessuti, che lascia passare solo sostanze selezionate. Molti capillari possiedono addirittura piccoli pori oppure "finestre" più ampie (capillari fenestrati) che sono chiuse da un sottile strato di membrana, ovvero da un diaframma. I capillari di questo tipo lasciano passare piccole molecole, ma impediscono la fuoriuscita di sostanze di grosso peso molecolare, in particolare proteine.
I capillari hanno la particolare funzione di filtrazione, riassorbimento e deflusso linfatico. Dai capillari passa più liquido nei tessuti (filtrazione) di quanto essi a loro volta possono riassorbirne (riassorbimento). Il liquido residuo scorre lungo le vie linfatiche, raggiungendo indirettamente il sistema venoso.
La pressione all'interno dei capillari (pressione idrostatica) causa lo stillicidio continuo di liquido dal plasma sanguigno negli spazi intercellulari (interstizio) che circondano i capillari e i tessuti. Questo liquido è noto come liquido interstiziale ed è composto soprattutto da acqua in cui sono disciolte sostanze nutritive, ormoni, gas sostanze di rifiuto e piccole proteine del sangue. Le grandi proteine plasmatiche, i globuli rossi e le piastrine non sono in grado di uscire dai capillari a causa delle loro dimensioni, sebbene i globuli bianchi possano filtrare attraverso gli interstizi tra le cellule delle pareti dei capillari.


I movimenti del liquido interstiziale attraverso la parete capillare sono quantitativamente notevoli. La filtrazione si aggira approssimativamente intorno ai 20 litri al giorno, supera di poco il riassorbimento (18 litri al giorno); il liquido residuo (2 litri al giorno) viene assorbito attraverso l'interstizio dal sistema linfatico e deviato nel sistema venoso, oppure permane a livello dei tessuti come liquido interstiziale (edema). Il bilancio dei liquidi si esprime come segue:

filtrazione = riassorbimento + deflusso linfatico.
Sistema venoso La struttura microscopica delle vene è simile a quella stratificata della parete arteriosa. Il sistema venoso ha inizio con le venule situate al termine del letto capillare (venule postcapillari). Questi piccoli vasi non hanno alcuna tonaca muscolare. Quest'ultima si trova solo nelle vene più grosse, che presentano un calibro di circa 1mm.
A causa del loro ampio lume e della loro parete sottile, le vene possono immagazzinare anche grosse quantità di sangue ; per tale ragione esse prendono il nome di vasi di capacitanza. Questi ultimi, in caso di rapida perdita di liquidi nel sistema circolatorio (per emorragia o eccessiva sudorazione), dispongono di acqua di riserva in modo che il circolo arterioso, ovvero il circolo ad alta pressione, non subisca immediatamente una caduta pressoria.

SISTEMA VENOSO SISTEMA ARTERIOSO
La differenza significativa tra il sistema arterioso e quello venoso riguarda la distribuzione delle principali vene nel collo e negli arti. In queste regioni le arterie non si trovano in prossimità della superficie corporea, ma al contrario delle vene superficiali, esse sono profonde, lontane dalla cute, protette dalle ossa e dai tessuti molli circostanti.

Per quanto riguarda il sistema venoso ci sono due gruppi di vene periferiche, uno superficiale e l'altro profondo.
In generale le pareti delle arterie sono più spesse di quelle delle vene. La tonaca media di un'arteria contiene più fibrocellule muscolari lisce e fibre elastiche rispetto ad una vena. Queste componenti, elastica e contrattile, resistono alla pressione generata dal cuore quando spinge il sangue in circolo.
Inoltre, per concludere, in sezione un'arteria sembra più piccola della vena corrispondente. Quando la pressione del sangue non spinge più contro il tessuto elastico e la muscolatura liscia delle pareti arteriose, esse si stringono, mentre le vene, che hanno poco tessuto elastico nelle loro pareti, si contraggono molto poco.
Poiché le pareti delle arterie sono relativamente spesse e resistenti, esse mantengono il proprio aspetto circolare, se sezionate. Le vene tagliate tendono a collassare e, in sezione, esse sembrano appiattite o grossolanamente distorte.

martedì 4 gennaio 2011

APARATO CIRCULATORIO Y EL CORAZON

  EL APARATO CIRCULATORIO Y EL CORAZON

Con cada latido, el corazón envía sangre a todo nuestro cuerpo transportando oxígeno y nutrientes a todas nuestras células. Cada día, 2.000 galones (7.571 litros) de sangre viajan a través de aproximadamente 60.000 millas (96.560 kilómetros) de vasos sanguíneos que se ramifican y entrecruzan, uniendo las células de nuestros órganos y las partes del cuerpo. El recurso vital de nuestro cuerpo es el corazón y el aparato circulatorio (también denominado sistema cardiovascular), que incluye desde el laborioso corazón hasta nuestras arterias más gruesas e incluso capilares tan delgados que sólo se pueden ver con un microscopio.

¿Qué son el aparato circulatorio y el corazón?
El aparato circulatorio está conformado por el corazón y los vasos sanguíneos, incluyendo las arterias, las venas y los capilares. Nuestro cuerpo, en realidad, tiene dos aparatos circulatorios: la circulación pulmonar es un circuito breve que va del corazón a los pulmones y de regreso al corazón, y la circulación sistémica (el aparato que solemos considerar nuestro aparato circulatorio) envía sangre desde el corazón a todas las partes de nuestro cuerpo y después vuelve a traerla al corazón.
El corazón es el órgano clave del aparato circulatorio. La principal función de esta bomba muscular hueca es bombear sangre a todo el cuerpo. Generalmente, late entre 60 y 100 veces por minuto, pero de ser necesario, puede hacerlo mucho más rápido. Late aproximadamente 100.000 veces por día, más de 30 millones de veces por año y aproximadamente 2.500 millones de veces a lo largo de una vida de 70 años.
El corazón recibe mensajes del cuerpo que le indican cuándo bombear más o menos sangre, dependiendo de las necesidades de la persona. Cuando estamos durmiendo, bombea sólo lo suficiente como para proporcionar la cantidad de oxígeno que necesita el cuerpo en descanso. Cuando hacemos ejercicio, o estamos asustados, nuestro corazón bombea con más rapidez para aumentar el suministro de oxígeno.
El corazón tiene cuatro cavidades rodeadas por gruesas paredes de músculo. Se encuentra entre los pulmones y sobre el sector izquierdo de la cavidad torácica. La parte inferior del corazón se divide en dos cavidades denominadas ventrículos derecho e izquierdo, que bombean sangre hacia el exterior del corazón. Los ventrículos están divididos por una pared denominada tabique interventricular.
La parte superior del corazón está formada por otras dos cavidades denominadas aurícula derecha e izquierda. Las aurículas derecha e izquierda reciben la sangre que ingresa en el corazón. Una pared denominada tabique interauricular divide la aurícula derecha de la izquierda, las cuales están separadas de los ventrículos por las válvulas auriculoventriculares. La válvula tricúspide separa la aurícula derecha del ventrículo derecho, y la válvula mitral separa la aurícula izquierda del ventrículo izquierdo.
Otras dos válvulas cardíacas separan los ventrículos y los grandes vasos sanguíneos que transportan la sangre que sale del corazón. Estas válvulas se denominan válvula pulmonar, que separa el ventrículo derecho de la arteria pulmonar que lleva a los pulmones, y válvula aórtica, que separa el ventrículo izquierdo de la aorta, el vaso sanguíneo más extenso del cuerpo.
Los vasos sanguíneos que transportan la sangre hacia el exterior del corazón se denominan arterias. Son los vasos sanguíneos más gruesos, con paredes musculares que se contraen para transportar la sangre desde el corazón y a través del cuerpo. En la circulación sistémica, se bombea sangre rica en oxígeno desde el corazón hacia el interior de la aorta. Esta enorme arteria se curva hacia arriba y hacia atrás desde el ventrículo izquierdo, luego se dirige por delante de la columna hacia el interior del abdomen. En la parte inicial de la aorta, se separan dos arterias coronarias que se dividen en una red de arterias más pequeñas que proporcionan oxígeno y nutrientes a los músculos del corazón.
A diferencia de la aorta, la otra arteria principal del cuerpo, la arteria pulmonar, transporta sangre con bajo contenido de oxígeno. Desde el ventrículo derecho, la arteria pulmonar se divide en ramificaciones derechas e izquierdas, en dirección a los pulmones, donde la sangre toma oxígeno.
Las paredes de las arterias

Las paredes de las arterias tienen tres membranas:
el endotelio o túnica íntima se encuentra en la parte interna y proporciona un recubrimiento suave para que la sangre fluya a medida que se desplaza por la arteria;
la túnica media es la parte media de la arteria, conformada por una capa de músculos y tejido elástico;
la túnica adventicia es la cubierta resistente que protege la parte externa de la arteria.
A medida que se alejan del corazón, las arterias se ramifican en arteriolas, que son más pequeñas y menos elásticas.
Los vasos sanguíneos que transportan la sangre de regreso al corazón se denominan venas. No son tan musculares como las arterias, pero contienen válvulas que evitan que la sangre fluya en dirección inversa. Las venas cuentan con las mismas tres membranas que las arterias, pero son más delgadas y menos flexibles. Las dos venas más largas son la vena cava superior e inferior. Los términos superior e inferior no significan que una vena es mejor que la otra, sino que están ubicadas por encima y por debajo del corazón.
Una red de diminutos capilares conecta las arterias y las venas. Si bien son diminutos, los capilares constituyen una de las partes más importantes del aparato circulatorio porque es a través de ellos que se envían los nutrientes y el oxígeno a las células. Además, los productos de desecho ?tales como el dióxido de carbono? también se eliminan por medio de los capilares.
¿Qué hacen el aparato circulatorio y el corazón?
El aparato circulatorio trabaja en forma conjunta con otros aparatos del cuerpo. Suministra oxígeno y nutrientes a nuestro cuerpo trabajando junto con el aparato respiratorio. Al mismo tiempo, el aparato circulatorio ayuda a transportar los desechos y el dióxido de carbono al exterior del cuerpo. Las hormonas (producidas por el sistema endocrino) también son transportadas por medio de la sangre en nuestro aparato circulatorio. Dado que son los mensajeros químicos del cuerpo, las hormonas transfieren información e instrucciones de un conjunto de células a otro. Por ejemplo, una de las hormonas que produce el corazón ayuda a controlar la liberación de sal del cuerpo que realizan los riñones.
¿Alguna vez se detuvo a pensar en el proceso que realiza el corazón de su hijo? Esto es lo que ocurre. Un latido completo conforma un ciclo cardíaco, que consta de dos fases. Cuando el corazón late, los ventrículos se contraen (esto se denomina sístole), y envían sangre a la circulación pulmonar y sistémica. Éstos son los sonidos que oímos al escuchar un corazón. Después, los ventrículos se relajan (esto se denomina diástole) y se llenan de sangre proveniente de las aurículas.
Un sistema de conducción eléctrico único en el corazón provoca los latidos con su ritmo regular. El nodo sinoauricular (SA), una pequeña zona de tejido en la pared de la aurícula derecha, envía una señal eléctrica para comenzar la contracción del músculo cardíaco. Este nodo se denomina "marcapasos del corazón", porque fija la velocidad del latido y hace que el resto del corazón se contraiga a su ritmo. Estos impulsos eléctricos hacen contraer primero a las aurículas y después se trasladan hacia abajo en dirección al nodo auriculoventricular (AV), que actúa como una estación de relevo. Desde allí, la señal eléctrica viaja a través de los ventrículos derecho e izquierdo, haciéndolos contraer y expulsando la sangre hacia el interior de las arterias principales.
En la circulación sistémica, la sangre se traslada desde el ventrículo izquierdo a la aorta y hacia todos los órganos y tejidos del cuerpo y después regresa a la aurícula derecha. Las arterias, los capilares y las venas del aparato circulatorio sistémico son canales a través de los cuales tiene lugar este largo viaje. Una vez en las arterias, la sangre fluye hacia las arteriolas y después hacia los capilares. Mientras se encuentra en los capilares, el flujo sanguíneo proporciona oxígeno y nutrientes a las células del cuerpo y recoge los materiales de desecho. Después la sangre regresa a través de los capilares hacia las vénulas, y más tarde a venas más grandes, hasta llegar a la vena cava. La sangre de la cabeza y los brazos regresa al corazón a través de la vena cava superior, y la sangre de las partes inferiores del cuerpo regresa a través de la vena cava inferior. Ambas venas cavas llevan esta sangre sin oxígeno a la aurícula derecha. Desde aquí, la sangre pasa a llenar el ventrículo derecho, lista para ser bombeada a la circulación pulmonar en busca de más oxígeno.
En la circulación pulmonar, se bombea sangre con bajo contenido de oxígeno pero alto contenido de dióxido de carbono del ventrículo derecho a la arteria pulmonar, que se ramifica en dos direcciones. La ramificación derecha va hacia el pulmón derecho, y viceversa. En los pulmones, estas ramificaciones se subdividen en capilares. La sangre fluye más lentamente a través de estos pequeños vasos, dando tiempo al intercambio de gases entre las paredes capilares y los millones de alvéolos, los diminutos sacos de aire de los pulmones. Durante este proceso, denominado "oxigenación", el flujo sanguíneo obtiene oxígeno. El oxígeno se une a una molécula de los glóbulos rojos, denominada "hemoglobina". La sangre recién oxigenada abandona los pulmones a través de las venas pulmonares y se dirige nuevamente al corazón. Ingresa en el corazón por la aurícula izquierda, después llena el ventrículo izquierdo para ser bombeada a la circulación sistémica.
Problemas que surgen por el mal funcionamiento del aparato circulatorio y el corazón

Los problemas con el aparato cardiovascular son comunes; más de 64 millones de norteamericanos tienen algún tipo de problema cardíaco. Pero los problemas cardiovasculares no afectan únicamente a personas mayores: muchos problemas del aparato circulatorio y el corazón afectan también a niños y adolescentes.
Los problemas circulatorios y del corazón se agrupan en dos categorías: congénitos, lo que significa que el problema estaba presente en el momento del nacimiento, y adquiridos, lo que significa que los problemas se desarrollaron en algún momento de la infancia, la niñez, la adolescencia o la vida adulta.
Los defectos congénitos. Los defectos congénitos del corazón son anomalías en la estructura del corazón que están presentes en el momento del nacimiento. Aproximadamente ocho de cada 1.000 recién nacidos presentan defectos congénitos del corazón que van de leves a severos. Los defectos congénitos del corazón se presentan durante el desarrollo del feto en el útero materno y, generalmente, no se sabe por qué surgen. Algunos defectos congénitos del corazón, si bien no la mayoría, son provocados por alteraciones genéticas. Sin embargo, lo que todos los defectos cardíacos congénitos tienen en común es que implican un desarrollo anormal o incompleto del corazón.
Una señal común de un defecto congénito del corazón es un soplo del corazón. Un soplo del corazón es un sonido anormal (como el sonido de un soplido o silbido) que se detecta al escuchar el corazón. Generalmente, los doctores detectan los soplos del corazón cuando escuchan el corazón con un estetoscopio durante un examen de rutina. Los soplos son muy comunes en los niños y pueden ser provocados por defectos cardíacos congénitos o por otros problemas del corazón.
Los siguientes son defectos cardíacos adquiridos:
Arritmia. Las arritmias cardíacas, también denominadas "disritmias", son anomalías en el ritmo del corazón. Las arritmias pueden ser causadas por un defecto congénito del corazón o pueden ser adquiridas después. Una arritmia puede hacer que el ritmo del corazón sea irregular, anormalmente rápido o anormalmente lento. Las arritmias pueden presentarse a cualquier edad y se pueden descubrir durante un examen físico de rutina. Dependiendo del tipo de desorden del ritmo que tenga una persona, las arritmias se tratan con medicación, cirugía o marcapasos.
Cardiomiopatía. La cardiomiopatía es una enfermedad crónica que debilita el músculo cardíaco (el miocardio). Generalmente, esta enfermedad afecta primero las cavidades inferiores del corazón, los ventrículos, y después progresa y daña las células del músculo e incluso los tejidos que rodean el corazón. En sus manifestaciones más severas, esta enfermedad puede provocar un paro cardíaco e incluso la muerte. La cardiomiopatía es la principal causa de trasplantes de corazón en niños.
Enfermedad arteriocoronaria. La afección cardíaca más común en los adultos, la enfermedad arteriocoronaria, es provocada por la arterosclerosis. En las paredes internas de las arterias coronarias (los vasos sanguíneos que proveen al corazón), se forman depósitos de grasa, calcio y células muertas, denominadas "placas arteroscleróticas", que interfieren con el flujo sanguíneo normal. El flujo sanguíneo al músculo cardíaco puede llegar a detenerse si se forma un trombo, o coágulo, en un vaso coronario, lo cual puede provocar un ataque cardíaco. En un ataque cardíaco (también conocido como infarto de miocardio), el corazón sufre un daño por la falta de oxígeno, y a menos que el flujo de sangre se reanude en minutos, el daño al músculo aumenta y la capacidad del corazón de bombear sangre puede verse comprometida. Si el coágulo se puede disolver en unas pocas horas, se puede reducir el daño al corazón. Los ataques al corazón no son frecuentes en niños y adolescentes.
Colesterol elevado

Hiperlipidemia/hipercolesterolemia (colesterol elevado). El colesterol es una sustancia cerosa que se encuentra en las células del cuerpo, en la sangre y en algunos alimentos. El exceso de colesterol en la sangre, también conocido como "hipercolesterolemia" o "hiperlipidemia", es uno de los principales factores de riesgo para las enfermedades del corazón y puede llevar a un ataque cardíaco.
El colesterol se transporta en el flujo sanguíneo por medio de las lipoproteínas. Los tipos más importantes de lipoproteínas son: las lipoproteínas de baja densidad (LDL) y las lipoproteínas de alta densidad (HDL). Los altos niveles de colesterol LDL (colesterol malo) aumentan el riesgo de que una persona sufra una enfermedad coronaria y un derrame cerebral, mientras que los niveles elevados de colesterol HDL (colesterol bueno) sirven de protección para estos mismos riesgos.
Un análisis de sangre puede indicar si el colesterol de una persona es demasiado elevado. El nivel de colesterol de un niño es normal si se encuentra entre 170 y 199 mg/dL y se considera elevado si supera los 200 mg/dL.
Aproximadamente el 10% de los adolescentes de entre 12 y 19 años tienen niveles elevados de colesterol que los ponen en mayor riesgo de adquirir una enfermedad cardiovascular.
Hipertensión (presión sanguínea elevada). La hipertensión ocurre cuando la presión sanguínea de una persona es significativamente superior al nivel normal. Con el tiempo, puede provocar daños al corazón y las arterias, así como a otros órganos del cuerpo. Los síntomas de la hipertensión incluyen dolores de cabeza, sangrado de la nariz, mareos y náuseas. Los infantes, niños y adolescentes pueden tener presión sanguínea elevada, que puede ser causada por factores genéticos, por el exceso de peso, la dieta, la falta de ejercicio y las enfermedades del corazón o los riñones.
Enfermedad de Kawasaki. La enfermedad de Kawasaki (también conocida como síndrome mucocutáneo ganglionar) afecta las membranas de la mucosa (el recubrimiento de la boca y los pasajes respiratorios), la piel y los ganglios (parte del sistema inmunológico). La enfermedad de Kawasaki también puede provocar vasculitis, que es una inflamación de los vasos sanguíneos. Esto puede afectar a todas las arterias principales del cuerpo; incluyendo las arterias coronarias, que suministran sangre al corazón. También puede provocar una inflamación del músculo cardíaco, una afección denominada miocarditis. Cuando las arterias coronarias se inflaman, un niño puede desarrollar aneurismas, que son zonas debilitadas e hinchadas en las paredes de las arterias. Esto aumenta el riesgo de formación de un coágulo sanguíneo en esta zona debilitada, que puede bloquear la arteria, y posiblemente provocar un ataque al corazón. Además de las arterias coronarias, se puede inflamar el músculo cardíaco, el revestimiento, las válvulas y la membrana externa que rodea el corazón. Pueden presentarse arritmias (cambios en el patrón normal de los latidos) o causar el funcionamiento anormal de algunas válvulas del corazón. En los Estados Unidos, la enfermedad de Kawasaki ha superado la fiebre reumática como la causa principal de enfermedad coronaria adquirida en los niños.
Enfermedad cardíaca reumática. Por lo general, la fiebre reumática, consecuencia de una faringitis estreptocócica no tratada, puede provocar un daño permanente al corazón, e incluso la muerte. Es más común en niños de entre 5 y 15 años, y se inicia cuando los anticuerpos que el cuerpo produce para luchar contra la infección por estreptococos comienzan a atacar otras partes del cuerpo. Los anticuerpos reaccionan frente a los tejidos de las válvulas del corazón como si se tratara de bacterias estreptocócicas y hacen que las válvulas cardíacas se ensanchen y formen cicatrices. También se puede inflamar o debilitar el músculo cardíaco. Por lo general, cuando la faringitis estreptocócica se trata rápidamente con antibióticos, se puede evitar esta complicación.
Derrame cerebral. Los derrames cerebrales ocurren cuando se interrumpe el suministro de sangre al cerebro o cuando un vaso sanguíneo del cerebro se rompe y derrama sangre en una zona del cerebro, provocando daños en las células del cerebro. Los niños y los infantes que tienen un derrame cerebral pueden sentirse repentinamente débiles o adormecidos, en especial en un lado del cuerpo, y pueden sentir un repentino y fuerte dolor de cabeza, náuseas o vómitos, así como dificultad para ver, hablar, caminar o moverse. Durante la niñez, los derrames son poco comunes.
Hacer mucho ejercicio, tener una dieta nutritiva, mantener un peso saludable y hacerse exámenes médicos en forma regular es la mejor manera de ayudar a mantener un corazón saludable y de evitar problemas a largo plazo, como la presión sanguínea elevada, el colesterol elevado y las enfermedades cardíacas.
Revisado por: Steven Dowshen, MD
Fecha de revisión: mayo de 2010














 LOS SOPLOS CARDIACOS
A pesar de que muchos padres temen lo peor cuando a su hijo le diagnostican un soplo cardíaco, este diagnóstico es, en realidad, muy habitual. De hecho, a muchos niños les detectan un soplo cardíaco en algún momento de su vida. La mayoría de los soplos no deben ser motivo de preocupación y no repercuten sobre la salud del niño.

Entonces, ¿qué es exactamente un soplo cardíaco? En sí misma, la expresión soplo cardíaco no es un diagnóstico de una enfermedad o un problema; pero, para entender lo que significa, es importante saber cómo funciona el corazón.
¿Cómo funciona el corazón
El corazón tiene cuatro cavidades y cuatro válvulas (que funcionan como puertas de sentido único). Las dos cavidades inferiores del corazón, que bombean la sangre, se denominan ventrículos y las dos cavidades superiores, que se llenan de sangre, son las aurículas.
Cuando la circulación sanguínea es normal, la sangre circula de la siguiente forma: la sangre que regresa del cuerpo a la cavidad de llenado derecha (la aurícula derecha) tiene poco oxígeno. Esta sangre pasa a través de una válvula (la válvula tricúspide) a la cavidad de bombeo derecha (el ventrículo derecho) y luego se desplaza a través de la válvula pulmonar hacia los pulmones, para recibir oxígeno. Esta sangre enriquecida con oxígeno regresa a la cavidad de llenado izquierda (la aurícula izquierda) y a través de una válvula (la válvula mitral) pasa a la cámara de bombeo izquierda (el ventrículo izquierdo). Luego la sangre es bombeada a través de la válvula aórtica a todo el cuerpo mediante la aorta, un gran vaso sanguíneo que lleva la sangre a los vasos sanguíneos más pequeños del cuerpo para entregarles oxígeno.
Por medio de un estetoscopio, el médico escucha los sonidos del corazón, para evaluar su estado. El sonido de los latidos normales es producto del cierre de las válvulas cuando el corazón se contrae para empujar la sangre a través del cuerpo. Cuando hay un soplo cardíaco, se produce un sonido extra. En ocasiones, estos sonidos extras son sólo el resultado de un flujo sanguíneo normal que circula por un corazón normal. En otros casos, un soplo puede indicar un problema cardíaco.
¿Cómo se diagnostican los soplos cardíacos?

El soplo se oye cuando se ausculta al niño con un estetoscopio que se apoya en distintas zonas del pecho mientras el corazón late. Los soplos cardíacos pueden escucharse en bebés, así como en niños mayores o en adolescentes. Por supuesto, si el niño está llorando, si no coopera con el médico o si respira fuerte, quizá no sea posible escuchar el soplo. Es de gran ayuda que el niño esté en silencio cuando el médico lo ausculta, porque algunos soplos son muy leves. El médico tal vez le pida a alguno de los padres que calme al niño o que lo siente en su falda mientras dura el examen.
Los soplos cardíacos se clasifican en una escala de intensidad de 1 a 6 (volumen). El grado 1 apenas puede oírse, mientras que el 6 se oye muy fuerte. El pediatra de su hijo se fijará en qué parte del corazón se escucha mejor el soplo, las características del soplo (por ejemplo, si es discordante y agudo o suave y parecido a un soplido), en qué momento del ciclo cardíaco se produce, y si se modifica cuando el niño cambia de posición. Cuando el pediatra de su hijo descubra el soplo, es posible que derive al niño a un cardiólogo infantil para una nueva evaluación.
Es bastante común que se descubra un soplo durante un chequeo, incluso cuando no se escuchó antes. Esto ocurre por varias razones. Los soplos funcionales suelen aparecer y desaparecer, dependiendo del ritmo cardíaco del niño, la posición durante el examen y la presencia de fiebre. Algunos soplos nuevos pueden indicar una afección cardíaca de corta data. Por último, algunas cardiopatías presentes desde el nacimiento (cardiopatías congénitas) quizá no sean lo suficientemente graves al principio como para producir un soplo que pueda detectarse durante el examen.
Debido al error común de creer que todos los soplos cardíacos son graves, es importante que los padres entiendan qué tipo de soplo tiene su hijo y si necesita que le hagan una evaluación más a fondo.
¿Qué es un soplo funcional?
El tipo más habitual de soplo cardíaco es el denominado funcional o inofensivo. Este diagnóstico implica que el soplo es producto de un corazón normal y saludable. Puede aparecer y desaparecer a lo largo de la infancia. Suele desaparecer por sí solo a medida que el niño va creciendo y no supone ningún riego para la salud.
Los niños que tienen soplos funcionales no requieren una dieta especial, restringir sus actividades ni ningún otro tratamiento especial. Tampoco deben tomar antibióticos antes de ir al dentista. A los niños que son lo bastante mayores como para entender que tienen un soplo se les debe asegurar que no son diferentes de los demás niños. En otras palabras, un soplo funcional es el sonido de un flujo de sangre normal que circula a través de un corazón normal de manera normal. Quizás esta simple analogía sirva para comprenderlo: así como a veces escuchamos el sonido del aire mientras se desplaza por un conducto, o el del agua que fluye por una tubería, también podemos escuchar el sonido de la sangre cuando circula a través del corazón aunque no exista un problema cardíaco.
Las cardiopatías congénitas

Algunos soplos cardíacos pueden indicar que hay un problema en el corazón. Si el pediatra de su hijo sospecha que el niño puede tener algo más importante que un soplo funcional, lo derivará a un cardiólogo infantil, que tal vez le mande hacer o le haga algunas pruebas complementarias, como una radiografía de tórax, un ECG (electrocardiograma), o un ecocardiograma. El ecocardiograma, o “eco”, es un ultrasonido de las estructuras del corazón (cavidades, paredes y válvulas). Registra la circulación de la sangre a través del corazón y permite determinar la dirección y la velocidad del flujo sanguíneo dentro de las estructuras cardíacas.
Alrededor de 1 de cada 100 bebés nace con un problema cardíaco estructural, denominado cardiopatía congénita. Estos bebés pueden presentar síntomas tan pronto como durante los primeros días de vida, o puede parecer que están completamente sanos hasta mucho más adelante. Algunos niños no tendrán ningún síntoma aparte de un soplo cardíaco, pero otros presentarán síntomas que se podrían confundir con otras enfermedades o trastornos.
Entre los síntomas de una enfermedad cardíaca importante en un recién nacido o un bebé, se incluyen los siguientes:
respiración rápida
dificultad para alimentarse
labios azulados o morados (lo que se denomina “cianosis”)
retraso del crecimiento
Los síntomas en un niño o adolescente pueden incluir éstos:
fatiga
dificultad para hacer ejercicio o practicar actividades físicas
dolor de pecho
Si percibe alguno de estos síntomas en su hijo, contacte a su pediatra.
Las cardiopatías congénitas pueden asociarse con anomalías cromosómicas, como la trisomía del par 21 (síndrome de Down) o estar vinculadas a anormalidades genéticas específicas. Los bebés con otros problemas de nacimiento también pueden padecer cardiopatías congénitas. La exposición a ciertas sustancias químicas, incluyendo el alcohol, o los medicamentos que se tomaron antes del nacimiento pueden asociarse con cardiopatías congénitas. Aunque algunos padres pueden tener más de un hijo con una cardiopatía, en la mayoría de los casos, las cardiopatías no se consideran hereditarias. Sin embargo, mayormente, los niños con cardiopatías congénitas no presentan factores de riesgo conocidos.
La salud de la madre durante el embarazo también juega un papel importante. Las mujeres que tienen más probabilidades de dar a luz a un hijo con una cardiopatía son aquellas a las cuales les ocurre lo siguiente durante el embarazo:
contraen rubéola
tienen una diabetes no tratada o no controlada
tienen fenilcetonuria (un trastorno metabólico de origen genético)
Cardiopatías más frecuentes

Varios tipos de problemas cardíacos pueden cursar con soplos. Dentro de estas afecciones se encuentran las anomalías en el tabique cardíaco, las anomalías en las válvulas, el flujo anormal entre las cavidades del corazón y las salidas (obstrucción del tracto de salida), y los problemas del músculo cardíaco.
Las anomalías en el tabique cardíaco afectan a las paredes entre las cavidades superiores e inferiores del corazón. Cuando hay un orificio en el tabique del corazón, la sangre puede fluir a través de él hacia las otras cavidades cardíacas. Este flujo sanguíneo extra puede provocar un soplo. También puede hacer que el corazón tenga que trabajar demasiado y, por consiguiente, aumente de tamaño. Algunos orificios pueden ser lo bastante grandes como para producir otros síntomas aparte del soplo; otros son de menor tamaño y tal vez se cierren por sí solos con el tiempo.
Las anomalías en las válvulas se generan cuando las válvulas del corazón son angostas, demasiado pequeñas, demasiado gruesas, o presentan algún otro tipo de anormalidad. Las válvulas deformes no permiten que la sangre fluya libremente a través de ellas, por lo que se produce un flujo turbulento. En ocasiones, las válvulas que tienen una morfología anormal pueden no ser eficaces a la hora de impedir que la sangre fluya hacia atrás dentro del corazón. En cualquiera de estos casos, habrá un soplo. La obstrucción del tracto de salida puede generarse cuando la presencia de tejido adicional o músculo cardíaco bloquea el flujo sanguíneo a través del corazón.
Los problemas del músculo cardíaco (cardiomiopatías) pueden hacer que el músculo del corazón presenta la anomalía de volverse más grueso o más débil. Esto puede disminuir la habilidad del corazón para bombear la sangre al cuerpo normalmente.
Un soplo cardíaco es el resultado de un examen, no una enfermedad. El pediatra de su hijo y un cardiólogo infantil pueden determinar si el soplo es funcional (lo cual significa que su hijo está sano) o si existe un problema cardíaco específico. En caso de que haya un problema, un cardiólogo infantil aconsejará la mejor solución.
Revisado por: Steven B. Ritz, MD
Fecha de la revisión: agosto de 2010





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