domenica 27 febbraio 2011

FRASI FAMOSE



Si ravvivono le stelle a una a una, sempre più frettolose, come per taciti richiami. Passa una mano e segna il punto luminoso, e spinge la lucciola, e accende il fanale, e sveglia gli occhi e apre le finestrelle, e sboccia i fiori, e trae i brillanti dallo scrigno. (Giuseppe Fanciulli)




La saggezza di un uomo, in ogni aspetto dell’opera sua, sta nel legare il suo carro a una stella, e vedere il suo lavoro fatto dagli stessi dèi. (Ralph Waldo Emerson)



Tutto il cielo è popolato di stelle. Sono le stelle piccolissime e immense. Sono punti d’un ricamo luminoso che scintillano su un velluto cupo, che tramano su un velo diafano, che impallidiscono su una seta cilestrina. Sono lucciole erranti per prati infinitamente vasti, con un palpito continuo, mai stanco. (Giuseppe Fanciulli)



Le stelle cadono senza far rumore per non svegliarci. (Roberto Gervaso)

 
 
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domenica 20 febbraio 2011

I sintomi più comuni della malattia di Parkinson


I sintomi più comuni della malattia di Parkinson
comprendono il tremore, la rigidità muscolare
e la bradicinesia. Possono essere osservati anche
disturbi dell'equilibrio e alterazioni nella grafia.



Il termine "Paralisi Agitante" è stato per lungo tempo sinonimo di Morbo di Parkinson.
La terminologia fu coniata nel 1817 dal medico inglese James Parkinson che sottolineò i sintomi principali della malattia da lui scoperta: la stanchezza ed il tremore.
Tuttavia, osservazioni successive hanno evidenziato come i pazienti non sono paralizzati, anzi in alcune situazioni di emergenza possono camminare o correre più velocemente di individui normali.
Il tremore, inoltre, non è sempre presente.
Il primitivo termine di paralisi agitante non viene, pertanto, più usato.
Oggi, si parla di Morbo di Parkinson idiopatico, con riferimento alla iniziale descrizione di James Parkinson o Parkinsonismi, in senso più generale, per comprendere anche i casi che hanno una etiopatogenesi differente da quella degenerativa (vascolare, tossica, post-traumatica, iatrogena, ecc...). La diagnosi è essenzialmente clinica ed è basata sulla presenza di almeno due dei seguenti sintomi: bradicinesia, rigidità, tremore a riposo, disturbi dell'equilibrio.
Esistono forme complete con uguale prevalenza di tutti e quattro i sintomi, altre in cui il tremore è dominante (tipo tremorigeno), ed altre ancora in cui predomina l'acinesia e la rigidità (tipo acinetico-ipertonico).
In questi ultimi anni si è delineata una nuova variante acinetico-ipertonica che colpirebbe maggiormente gli arti inferiori e sarebbe legata alla arteriosclerosi o all'idrocefalo normotensivo.
Questa nuova entità non è tuttavia riconosciuta da tutti i maggiori parkinsonologi.
Altre comuni manifestazioni della malattia interessano la postura, il cammino, la parola, la respirazione, l'espressione facciale ed i movimenti delle palpebre o dello sguardo, le funzioni autonomiche e la sfera psichica.
L'inizio è di solito unilaterale ed insidioso tanto che è sempre molto difficile scoprire l'esatta data di esordio della malattia.
Il tremore è il sintomo che maggiormente richiama precocemente l'attenzione del soggetto ed insieme alle fini alterazioni motorie è di grande aiuto diagnostico nello screening di popolazione.
Come manifestazione iniziale è presente in una percentuale variabile tra il 40 ed il 70% dei pazienti. Poiché la rigidità e l'acinesia possono restare sconosciuti per un periodo più lungo, ciò rende ragione del perché la forma acinetico-rigida sia sottostimata in letteratura come forma d'inizio.
Talvolta l'attenzione viene richiamata da disturbi di tipo ortopedico come una periatrite scapolo-omerale o la caduta unilaterale del piede quando affaticato.
Altre volte una riduzione del timbro e tono di voce, sensazione di stanchezza, formicolii in un arto, vertigini e disturbi della deambulazione sono la modalità di esordio.
La sintomatologia può essere notata dopo un intervento chirurgico o una caduta, quando l'azione dello stress può far peggiorare i sintomi o richiamare maggiormente l'attenzione dei familiari sul malato.
La PET e la SPECT possono aiutare nella diagnosi della malattia ma non sono in grado di distinguere le differenti varianti.

PER MAGGIORI INFORMAZIONI KLIKA QUI ...
http://www.parkinsonitalia.it/Sintomi.htm


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EL PRICIPE Y EL MARRANO



El cuento más corto y más bonito que has leído en tu vida

Había una vez un muchacho que le preguntó a una chica si se quería casar con él.

La muchacha dijo 'NO'.

Y la muchacha vivió feliz para siempre...................


Sin lavar,


sin cocinar,


sin planchar para nadie,


saliendo con sus amigas,


tirándose al que le daba la gana,


gastando su dinero en si misma


y sin trabajar para ninguno.






FIN

 
...El problema es que de chiquitas, NO nos contaban estos cuentos...


Y... ¡NOS JODIERON CON EL CUENTO DEL MALDITO PRINCIPE AZUL!.........

Para todos aquellos hombres que dicen, ¿para que comprar la vaca cuando puedo tener leche gratis? Tenemos que decirles que: Ahora en dia el 80% de las mujeres esta en contra del matrimonio. ¿POR QUE? Bueno, porque las mujeres se han dado cuenta que no vale la pena comprar el marrano entero por una salchichita.







LE 25 STELLE PIU' LUMINOSE





LE 25 STELLE PIU' LUMINOSE

Nome Magnitudine Distanza a.l.
Alfa Canis Majoris (Sirio) -1,4 9
Alfa Carinae (Canopo) -0,7 1200
Alfa Centauri (Toliman) -0,3 4,5
Alfa Bootis (Arturo) -0,1 36
Alfa Lyrae (Vega) 0,0 26
Alfa Aurigae (Capella) +0,1 42
Beta Orionis (Rigel) +0,2 900
Alfa Canis Minoris(Procione) +0,4 11
Alfa Eridani (Achernar) +0,5 85
Beta Centauri (Agena) +0,7 460
Alfa Orionis (Betelgeuse) +0,7 310
Alfa Aquilae (Altair) +0,8 16
Alfa Tauri (Aldebaran) +0,8 68
Alfa Crucis (Acrux) +0,9 360
Alfa Scorpii (Antares) +1,0 330
Alfa Virginis (Spica) +1,0 260
Alfa Piscis Australis (Fomalhaut) +1,2 22
Beta Geminorum (Polluce) +1,2 36
Alfa Cygni (Deneb) +1,3 1800
Beta Crucis (Mimosa) +1,3 425
Alfa Leonis (Regolo) +1,4 85
Epsilon Canis Maioris (Adhara) +1,5 490
Alfa Geminorum (Castore) +1,5 46
Lamda Scorpii (Shaula) +1,6 275
Gamma Orionis (Bellatrix) +1,6 360

domenica 13 febbraio 2011

Scoperto il primo pianeta abitabile… forse




UN GEMELLO DELLA TERRA A 20 ANNI LUCE DA NOI


Scoperto il primo pianeta abitabile… forse

I cacciatori di esopianeti hanno fatto centro: a soli 20 anni luce da qui, c'è un mondo con le carte in regola per ospitare la vita. Roccioso, grande tre volte la Terra, orbita a una distanza ideale dalla sua stella perché vi sia acqua liquida. Gratton (INAF-OA Padova): "Risultato importante. Ora da chiarire se c'è ossigeno nell'atmosfera". Gli autori: "Miliardi di pianeti così nella Via Lattea".






I cacciatori di pianeti extrasolari hanno fatto centro. A soli 20 anni luce da qui – una distanza relativamente vicina in termini astronomici – c’è un mondo simile al nostro, con le carte in regola per ospitare la vita. Si chiama Gliese 581g ed è il primo pianeta potenzialmente abitabile, dopo centinaia di pianeti extrasolari individuati negli ultimi anni sempre troppo vicini o troppo distanti dalla loro stella o con caratteristiche incompatibili con la vita. Stavolta, invece, i connotati sembrano proprio quelli giusti. Gliese 581g è roccioso, con una massa tre volte la Terra e orbita esattamente nel bel mezzo della fascia di abitabilità, ovvero alla distanza ideale dal suo Sole perché sulla superficie sia presente acqua liquida, una delle condizioni sine qua non per ipotizzare forme di vita extraterrestre. L’abitabilità di un pianeta dipende da molti fattori, ma l’acqua allo stato liquido e la presenza di un’atmosfera sono fra i più importanti. Magari per noi esseri umani Gliese 581g potrebbe non essere un buon posto dove vivere, ma si tratta comunque del primo e più vicino luogo al fuori dal sistema solare dove potremmo incontrare la vita, anche se diversa da quella che conosciamo.




L’eccezionale scoperta, pubblicata sulla rivista Astrophysical Journal e online su arXiv.org, si deve a un gruppo di ricerca coordinato dall’Università della California a Santa Cruz e dalla Carnegie Institution di Washington. Per 11 anni gli scienziati hanno tenuto sotto stretta osservazione il sistema planetario orbitante intorno a una stella molto simile al sole, la nana rossa Gliese 581, situata nella costellazione della Bilancia. Per 11 anni, hanno collezionato dati con il Keck Observatory nelle Hawaii e misurato in maniera estremamente accurata (con una precisione di 1,6 metri al secondo) la velocità radiale della stella, ovvero quelle minime variazioni di posizione dovute all’effetto gravitazionale dei corpi orbitanti intorno a essa. Nel corso di queste perlustrazioni, erano già stati individuati quattro pianeti, due dei quali ai bordi della fascia di abitabilità, uno sul fronte più caldo e l’altro sul fronte più freddo (e su quest’ultimo gli scienziati non hanno perso le pur debolissime speranze che possa essere abitabile). Ma solo i recentissimi risultati hanno permesso al gruppo di astronomi, capitanato da Steven Vogt e Paul Butler, di rilevare altri due pianeti, portando a sei i membri della famiglia, la più numerosa ad oggi conosciuta al di fuori del nostro sistema solare. Ma la sorpresa più grande è stata scoprire che uno dei due (il quinto rispetto alla stella) si trova proprio al centro della fascia di abitabilità.



Gliese 581g avrebbe una forza di gravità di simile a quella terrestre, tale per cui una persona potrebbe tranquillamente camminare in posizione eretta sulla sua superficie. Questo rende possibile anche la presenza di un’atmosfera. Con una massa compresa fra 3,1 e 4,3 masse della Terra e un raggio stimato fra 1,2 e 1,5 raggi terrestri, “Gliese 581g rientra nelle cosiddette Superterre, pianeti simili al nostro anche se la loro struttura potrebbe essere diversa”, commenta Raffaele Gratton, astronomo dell’INAF-OA di Padova. “In questo senso, è il miglior candidato a pianeta abitabile trovato sinora”.



Questo nuovo mondo extrasolare ha un’orbita circolare di 36,6 giorni e le sue temperature medie di superficie sono comprese fra -31 gradi e -12 gradi. Dal momento che il pianeta rivolge sempre la stessa faccia alla sua stella, un lato è perennemente illuminato e più caldo, l’altro sempre buio e più freddo. Secondo gli scienziati, sarebbe un ulteriore elemento a favore della presenza di vita, perché il clima sul pianeta sarebbe stabile: “Ogni forma di vita emergente avrebbe un ampio range di climi stabili in cui evolvere a seconda della longitudine”, ha detto Vogt.



Ma come si fa a sapere se effettivamente la vita laggiù si è sviluppata? “Per comprendere se il pianeta possa ospitare forme di vita, occorre poterne studiare l’atmosfera. Pensiamo che l’indicatore fondamentale sia la presenza di O2, molecole di ossigeno che dovrebbero essere abbondanti nell’atmosfera solo in presenza di fotosintesi clorofilliana”, spiega Gratton. “Forme di vita che non usano la fotosintesi sono naturalmente possibili, ma sembra molto più difficile rivelarne la presenza”.

“Nel caso dei pianeti di Gliese 581, che non appaiono transitare sul disco della stella, perché l’orbita è troppo inclinata, dati sull’atmosfera (essenzialmente spettri) possono essere ottenuti solo con immagini dirette.Per esempio con EPICS, lo strumento progettato per E-ELT, che potrebbe essere disponibile tra poco più di un decennio. Si può ragionevomente sperare che questi spettri potrano chiarire se nell’atmosfera di questo pianeta c’è una quantità rilevante di O2. Su una scala temporale più lunga, oltre il 2030, strumenti come il Terrestrial Planet Finder della NASA o eventuali evoluzioni del progetto Darwin dell’ESA potranno probabilmente raggiungere questo obiettivo”.



In tal caso, se la scoperta fosse confermata, “sarebbe probabilmente una di quelle da premio Nobel”, afferma Gratton, “anche se il merito andrebbe diviso tra molti gruppi di ricerca, fondamentali nel campo degli esopianeti”. Per il momento, la scoperta di questo quasi-gemello della Terra apre orizzonti sconfinati e vertiginosi. Secondo gli autori infatti, considerato il numero relativamente basso di sistemi planetari monitorati finora, mondi simili non possono essere rari. “Se lo fossero, non ne avremmo trovato uno così rapidamente e così vicino”, ha detto Vogt. “Il 10-20 per cento dei sistemi solari potrebbe avere pianeti abitabili: moltiplicato per centinaia di miliardi di stelle nella Via Lattea, significa che potrebbero esserci decine di miliardi di altre Terre nella nostra galassia”.



Ascolta Enrico Flamini Coordinatore scientifico dell’ASI a Storie dall’Astromondo

http://www.media.inaf.it/gallery/v/voci/radio/20101001-astromondo.mp3.html