giovedì 8 luglio 2010

Le Stelle di mare

Le Stelle di mare, phylum Echinodermi classe Asteroidei,
Pteraster obscurusPteraster  obscurus
devono il nome proprio alla loro caratteristica forma stellata del corpo, assunta dalla maggior parte delle specie, essendo alcune tozze e pentagonali; infatti dalla regione centrale dipartono varie braccia, in genere in numero di cinque, ma a volte più numerose sino ad un massimo di una cinquantina. Esistono specie di taglia ridotta, altre di notevoli dimensioni, potendo infatti raggiungere un diametro massimo di circa un metro. Generalmente hanno colorazioni vistose , rosse, verdi , azzurre o gialle, che conferiscono all’animale un aspetto molto decorativo. Le Stelle marine sono diffuse in tutti i mari del mondo, dalla superficie sino alle acque abissali. Conducono una vita bentonica, vale a dire strettamente legata al substrato, si possono trovare nel fango, nella sabbia, nelle praterie di alghe o sulle roccie, dove si muovono grazie ai pedicelli ambulacrali, alla ricerca di cibo, in massima parte costituito da detriti organici, la cui presenza è avvertita a distanza grazie a dei recettori chimici di cui sono provviste.


Crossaster papposusCrossaster  papposus
Si nutrono anche di animali vivi, quali crostacei, ricci di mare, molluschi e spugne. Ad esempio alcune specie provviste di braccia molto flessibili bloccano il guscio del mollusco esteroflettendo su di esso una porzione dello stomaco che produce succhi digestivi; successivamente ingeriscono la preda espellendo le valve della conchiglia. In altre specie la stella blocca entrambe le valve della conchiglia e, con una forza prolungata e continua riesce ad aprirle sino a riuscire a succhiarne le parti molli con la bocca assai dilatabile. Le stelle che vivono sui fondali fangosi e sabbiosi si nutrono in genere delle particelle organiche presenti sul fondo. Caratteristico di questi animali è il fototropismo negativo, che si rileva in quasi tutte le specie: sfuggono la luce e perciò si possono trovare più facilmente nelle zone d'ombra. L'intensità luminosa dell'ambiente viene valutata grazie a degli organi di senso posti all'apice delle braccia


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