domenica 6 giugno 2010

Il soffio delle balene spaziali




“Soffia! Soffia!” Questo era l’urlo lanciato dalle vedette poste in cima agli alberi delle vecchie baleniere quando il cetaceo veniva localizzato attraverso il suo soffio. L’acqua ingoiata dai giganteschi mammiferi marini, filtrata dei suoi microscopici gamberetti, era scaraventata all’esterno dallo sfiatatoio posto sopra il capo dell’animale sotto forma di alti getti di vapore. Cosa possono avere mai a che fare con Moby Dick i nostri giganteschi Buchi Neri? Beh… sembra che facciano qualcosa di molto simile anche se su scala ben più grande…

Sappiamo che al centro di molte galassie risiedono supermassicci Buchi Neri che possono anche raggiungere masse di milioni di volte quella del Sole. Essi agiscono come “mostri” in agguato, pronti a inghiottire la materia che li circonda per mezzo della loro fantastica attrazione gravitazionale. Le osservazioni X mostrano chiaramente che un’enorme quantità di energia è prodotta da questo materiale che cade dentro le fauci del gigante. Parte di essa viene “risputata” fuori (prima ancora che entri all’interno dell’orizzonte degli eventi altrimenti non potrebbe più uscire…) attraverso getti di materia di potenza estrema. Si pensava che la materia scaraventata da questi getti coinvolgesse solo gas posto all’interno della galassia. Invece, la nuova ricerca ha mostrato che questo spaventoso “soffio” si propaga anche nello spazio tra galassia e galassia e può spostare il gas intergalattico che si trova negli ammassi.


Immagine a falsi colori della regione centrale di un ammasso galattico osservato nella lunghezza d’onda dei raggi X. I getti emessi da un buco nero immenso posto al centro di una galassia attiva (macchie violette) si propagano nello spazio tra galassia e galassia. (Fonte: S. Giodini/A. Finoguenov/MPE)

Questo fatto dimostra che i Buchi Neri interagiscono direttamente con lo spazio circostante e i suoi getti trasportano e spostano immense quantità di gas intergalattico. Questo spiega molto bene la scarsità di gas che si osserva negli spazi “vuoti” tra galassia e galassia appartenenti agli ammassi che legano tra loro gravitazionalmente le più grandi strutture cosmiche. Studiando ben 300 gruppi di galassie attraverso osservazioni X, il gruppo di ricercatori del Max Planck Institute di Monaco ha mostrato chiaramente che l’attività dei Buchi Neri al centro di galassie attive ha drammatici effetti sullo spazio circostante. L’energia che essi emettono riesce a addirittura a espellere il gas intergalattico fino a farlo uscire dal campo gravitazionale dell’intero ammasso. La potenza dei getti è tale da coinvolgere spostamenti di gas fino a distanze paragonabili a quella esistente tra la Via Lattea e Andromeda.

Il mistero della massa di gas mancante all’interno dei gruppi di galassie è stato risolto e ancora una volta i Buchi Neri si impongono tra gli oggetti più fondamentali nel modellare la struttura a grande scala dell’Universo. Ciò capita soltanto negli ammassi non troppo massicci. In questi ultimi l’energia emessa dai buchi neri non riesce a strappare il gas all’attrazione gravitazionale dell’insieme numerosissimo di galassie che compongono l’ammasso.
“Soffia! Soffia!”…

Nessun commento:

Posta un commento

LASCIATE PURE IL COMMENTO CHE DESIDERATE